Arriverà con ogni probabilità prima dell'estate la pronuncia del Consiglio di Stato sulla causa intentata da Europa 7, l'emittente di Francesco Di Stefano, titolare dal 1999 di una concessione tv ma impossibilitata a trasmettere per mancanza di frequenze, contro il Ministero delle Comunicazione e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
L'udienza conclusiva si è svolta oggi davanti alla Sesta sezione della suprema magistratura amministrativa, dopo che la Corte di giustizia europea, interpellata dallo stesso Consiglio di Stato, ha giudicato contrario alla normativa comunitaria il sistema di attribuzione delle frequenze nel nostro Paese. In sostanza, i legali di Europa 7 hanno ribadito oggi la duplice richiesta di assegnazione delle frequenze e di risarcimento del danno: poco più di due miliardi di euro nel caso in cui l'emittente ottenga le frequenze, una cifra che sale a circa tre miliardi se le frequenze invece non verranno assegnate. Per l'Avvocatura dello Stato, rappresentata dall'avvocato Maurizio Di Carlo, Europa 7 non può invece ''vantare alcuna richiesta'', in quanto ''la pubblica amministrazione non ha assunto nessun obbligo nei confronti dell'emittente e se l'evoluzione normativa non le ha assicurato la possibilità di trasmettere, ciò non è imputabile all'amministrazione''. Analoga la posizione di Mediaset, controparte di Europa 7 nel giudizio sulla legittimità dell'abilitazione rilasciata a Rete 4, anche questo in discussione davanti al Consiglio di Stato: ''L'unica domanda ammissibile - ha detto l'avvocato Luigi Medugno - è quella di risarcimento'', ma in ogni caso ''anche questa richiesta è preclusa perché, se la concessione attribuita a Europa 7 era viziata all'origine in quanto priva di frequenze, allora andava impugnata immediatamente''. (ANSA) ''Ci auguriamo ora che vengano finalmente riconosciuti i nostri diritti e pienamente applicata la sentenza della Corte di giustizia europea''. Francesco Di Stefano, patron di Europa 7, l'emittente titolare di concessione dal 1999 ma impossibilitata a trasmettere per mancanza di frequenze, ribadisce così, dopo l'udienza in Consiglio di Stato sulla vicenda, ''la richiesta delle frequenze e del risarcimento del danno accumulato fino ad oggi''. Di Stefano quantifica in ''124 milioni di danni emergenti e 2 miliardi di lucro cessante'' il risarcimento chiesto dall'emittente nel caso in cui ottenga le frequenze che rivendica da anni. ''Se invece non ci danno le frequenze - ha spiegato - si arriverebbe a una richiesta di 3 miliardi di danni, che sarebbe un colpo anche per i cittadini, per la democrazia e per il pluralismo nel nostro Paese''. L'imprenditore punta il dito contro la posizione dell'Avvocatura dello Stato, che in sostanza ha detto no ad entrambe le richieste di Europa 7: ''La grande amarezza di oggi - ha sottolineato - è che l'Avvocatura dello Stato, oltre a non tener conto della sentenza della Corte Ue, di fatto difende Rete 4 molto di più di quanto faccia la stessa memoria presentata da Mediaset e addirittura arriva a copiarne nella sua documentazione intere pagine. Per l'ennesima volta, in questa battaglia tra gli interessi dei diritti, la difesa degli interessi di Mediaset sembra pesare più di quella dei diritti di Europa 7''. (ANSA)