“La notizia, diffusa oggi, della ripresa delle pubblicazioni di EPolis Bari, in totale autonomia dalla precedente esperienza, a cura dell’editore Gorjux, è una buona notizia in sé ma non lo è in assoluto. L’annuncio, anzi, propone inquietanti interrogativi sull’intera vicenda EPolis, di cui i giornalisti sono vittime ancora in attesa di tre mesi di stipendi mai pagati e, dal mese di ottobre scorso, in cassa integrazione (ancora in attesa di convalida del Ministero del Lavoro) per cessazione dell’attività.
Oggi si apprende che l’editore Gorjux ha acquisito, dallo “spezzatino” di EPolis, la testata di Bari dal precedente editore che - secondo voci sempre più insistenti - si appresterebbe a riprendere l’attività anch’egli, progressivamente, sul piano nazionale con altra società guidata da persone fisiche differenti dal passato. Tutto bene se non ci fosse il carico dei debiti pregressi nei confronti dei lavoratori e quello ultramilionario verso gli istituti previdenziali e se non fosse che verso queste due categorie di creditori privilegiati l’editore non ha rispettato alcun impegno sottoscritto al Ministero del Lavoro ed è, peraltro, già chiamato a fronteggiare numerose istanze di fallimento.
In queste condizioni è immorale che si riproponga EPolis, senza adeguata trasparenza e assunzione delle responsabilità in tema di obblighi sociali. Urge una verifica a “raggi x”.
Gli organismi giurisdizionali, a questo punto, non potranno non dare uno sguardo in profondità ad una vicenda così traumatica. E una domanda, anche per questi organismi, avanza: dove vanno a finire i soldi della vendita dei marchi editoriali di EPolis, a cominciare da quello di Bari, e perché non vengono utilizzati per far fronte agli obblighi di legge?
I colleghi e gli istituti previdenziali sono legittimati ad esigere non solo chiarezza ma il sequestro delle risorse, a qualsiasi titolo (fosse soltanto di sgravio del debito) messe da parte, affinché siano garantiti gli obblighi sociali dell’editore.
La Fnsi, che ha sempre cooperato per favorire il massimo di pluralismo e per ricercare soluzioni non traumatiche nei casi di difficoltà industriale, su questa vicenda, a questo punto, non potrà che assumere tutte le determinazioni necessarie per tutelare, in ogni sede, i diritti dei colleghi, per evitare intrecci societari che non siano trasparenti e per supportare le legittime rivendicazioni dei lavoratori”.
EPOLIS TORNA A BARI, AVRA' FORMULA 'FREE-PAY'
15 MILA COPIE; DIRETTORE RESPONSABILE CICCARESE, EDITO DA SEDIT
BARI, 13 DIC - Torna in edicola a Bari Epolis, il quotidiano free e a pagamento che aveva interrotto le pubblicazioni il primo settembre scorso per i problemi che hanno interessato il network nazionale. ''La testata - e' scritto in una nota diffusa per annunciare la ripresa delle pubblicazioni - riparte in totale autonomia assecondando le svariate richieste che in questi mesi sempre piu' pressantemente sono venute dal mondo dei lettori e degli investitori pubblicitari testimoniando la forte penetrazione ottenuta dal quotidiano nel mercato locale''. Il giornale, edito in 15 mila copie, sara' distribuito, sin dalle prime ore del mattino in 400 punti della citta' selezionati da esperti della direzione commerciale.
Direttore responsabile e' Dionisio Ciccarese, gia' capocronista e caporedattore centrale della Gazzetta del Mezzogiorno'' e direttore di Antenna Sud. Il direttore editoriale e' Vito Raimondo che svolge lo stesso ruolo nella Sedit srl (per la quale ha diretto per 15 anni La Gazzetta dell'Economia). Alla guida della Sedit, leader nel Mezzogiorno nel settore della stampa, c'e' Giacomo Gorjux, discendente di una famiglia che ha creato l'editoria giornalistica in Puglia fondando La Gazzetta del Mezzogiorno.
Con Epolis si arricchisce cosi' il bouquet delle pubblicazioni Sedit che recentemente ha dato vita a rimapagina, il quotidiano di Barletta Andria Trani e al settimanale La Gazzetta dell'Economia''.
Epolis e' stato fondato a Cagliari dall'editore Nicola Grauso con l'innovativa formula 'free-pay' (mista tra gratuita e a pagamento) e nel 2007 e' stato rilevato dall'imprenditore Alberto Rigotti. Il network di Epolis (arrivato ad essere distribuito in oltre 500 mila copie nel 2009 sotto la direzione di Enzo Cirillo), con edizioni locali realizzate da Udine a Palermo, non ha ripreso le pubblicazioni dopo la pausa estiva, mentre giornalisti e dipendenti della societa' editrice Epolis spa sono in cassa integrazione dal primo ottobre scorso. (ANSA)
L’Associazione della Stampa Sarda si dichiara sconcertata dalle affermazioni dell’imprenditore Alberto Rigotti riportate oggi da Epolis Pari, freepress che ha ripreso le pubblicazioni dopo mesi di interruzione.
Rigotti presidente della società Epolis per la quale è stata già chiesta la dichiarazione di fallimento presso il tribunale di Cagliari, annunzia che altri giornali del gruppo si starebbero attrezzando per la ripartenza. Pare faccia riferimento ad un progetto più volte annunciato e mai realizzato che prevedeva una redazione centrale a Cagliari e il riassorbimento prioritario dei giornalisti che già lavoravano per Epolis.
Nulla dice degli oltre 100milioni di debiti che Epolis ha fin qui accumulato. Tace sul fatto che non ha pagato ai 118 giornalisti dipendenti gli stipendi di luglio, agosto e settembre. Non dice che si era impegnato a pagarli a rate e che non ha rispettato l’impegno. Nulla fa sapere dei milioni di debiti accumulati con gli Enti previdenziali dei giornalisti.
Se davvero riuscisse a pubblicare altri giorni lo farebbe dunque a spese dei giornalisti e dei loro enti. Tutto ciò sarebbe inaccettabile.
L’Associazione della Stampa Sarda ha convocato il proprio consiglio direttivo per lunedì 20 dicembre e in quella sede assumerà tutte le iniziative necessarie a tutela dei giornalisti di Epolis, anche in vista dell’udienza del Tribunale dei fallimenti di Cagliari già fissata per l’11 gennaio prossimo.