Innanzitutto, dobbiamo rilevare la forte adesione che c’è stata nello sciopero dei giornalisti. D’altra parte, però, dobbiamo anche constatare anche una grande responsabilità del governo, che in tutti questi anni non è stato capace di porta all’approvazione una legge sull’editoria, mentre ha creato situazioni di obiettivo disagio tra gli editori, i quali hanno anche loro una responsabilità nel deteriorarsi della qualità del rapporto tra giornalisti e gruppi editoriali.
Innanzitutto, dobbiamo rilevare la forte adesione che c’è stata nello sciopero dei giornalisti. D’altra parte, però, dobbiamo anche constatare anche una grande responsabilità del governo, che in tutti questi anni non è stato capace di porta all’approvazione una legge sull’editoria, mentre ha creato situazioni di obiettivo disagio tra gli editori, i quali hanno anche loro una responsabilità nel deteriorarsi della qualità del rapporto tra giornalisti e gruppi editoriali. Non si può pensare che il problema della libertà di stampa e quello sovrastante del conflitto d’interessi siano slegati dalle condizioni dalle garanzie contrattuali dei giornalisti italiani. Se è praticamente impossibile chiedere alla maggioranza parlamentare di esercitare una sensibilità in questa campo, essenziale per la democrazia, l’opposizione dovrà preparare già nel programma del futuro governo una piattaforma sostenibile per l’editoria, che rimetta al suo centro anche il rapporto con i professionisti dell’informazione. D’altronde, se è vero che la Gasparri sarà una delle leggi che sicuramente il centrosinistra dovrà cambiare integralmente, in questo cambiamento dovremo individuare alcune soluzioni al problema dell’editoria e, quindi, del lavoro giornalistico.