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Fnsi 27 Mar 2003

Eletto il nuovo direttore generale della Rai: Fnsi-Usigrai, non superata l’assurda logica delle spartizioni

Eletto il nuovo direttore generale della Rai: Fnsi-Usigrai, non superata l’assurda logica delle spartizioni

Eletto il nuovo direttore generale della Rai: Fnsi-Usigrai, non superata l’assurda logica delle spartizioni

Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “La scelta del nuovo direttore generale della Rai conclude una fase travagliata della storia recente del servizio pubblico radiotelevisivo. Almeno me lo auguro perché non sembra che la nomina di Cattaneo sia avvenuta fuori dall’assurda logica delle spartizioni e delle influenze politiche. Comunque, al nuovo direttore Generale rivolgo i migliori auguri di buon lavoro anche perché ritengo indispensabile che l’azienda debba continuare a collocare al primo posto la qualità dell’informazione, l’autonomia e il pluralismo. Spero che il nuovo direttore Generale dimostri sul campo quelle qualità manageriali che gli sono state riconosciute, una indipendenza di giudizio, e recuperi rapidamente il deficit di esperienza nel settore radiotelevisivo. Un segnale negativo è in ogni caso rappresentato dalla nomina di Cattaneo che ha segnato una divisione nel Consiglio. Speriamo bene.” L’esecutivo Usigrai comunica: La scelta del nuovo Direttore Generale era il primo, fondamentale banco di prova dell’autonomia del CdA Rai. Questa prova è stata fallita. All’indicazione di Flavio Cattaneo si è arrivati dopo una serie di interferenze, interdizioni e veti del governo, che sono andati ben oltre il ruolo assegnato dalla legge all’azionista e che hanno fatto cadere, uno dopo l’altro, candidati certamente non sospettabili di ostilità a Palazzo Chigi. In presenza di un conflitto di interessi ancora irrisolto, la Rai deve rimanere azienda ad autonomia limitatissima, con un Consiglio chiamato a ratificare decisioni prese altrove. Il voto sul Direttore Generale dimostra inoltre che è stato fallito anche l’obiettivo di decisioni unitarie, sul quale il nuovo Consiglio di Amministrazione aveva dichiarato di volersi caratterizzare. Il voto a maggioranza, per di più con l’astensione del Presidente, già ripropone una divaricazione al vertice che è stata letale per l’azienda nei mesi scorsi e che continuerà a minarne il funzionamento. Al nuovo Direttore Generale auguriamo comunque buon lavoro ed un apprendistato rapidissimo, considerata l’assenza nel suo curriculum di specifiche esperienze nel settore radiotelevisivo o editoriale. L’azienda ha bisogno di ripartire in fretta, anche per far fronte ad un netto calo di ascolti che è stato omesso nei trionfalistici bilanci prodotti dal vertice precedente. C’è bisogno in tempi brevi di un piano industriale e di un piano editoriale, per scongiurare i rischi di un declino al quale in troppi, all’esterno dell’azienda, stanno puntando. La prova che la Rai sta fornendo sulla guerra in Iraq dice che il servizio pubblico ha ancora una forte credibilità, sa ancora ottenere l’apprezzamento dei cittadini quando distingue la sua offerta dall’emittenza commerciale. E’ necessario però che la Rai possa lavorare in autonomia, ed in autonomia scegliere anche le presenze nei suoi palinsesti. Era stata una delle questioni sulle quali era naufragata la Presidenza Mieli, ed è ora sul tavolo del nuovo vertice. La prova dell’autonomia non può essere fallita una seconda volta.

@fnsisocial

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