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Fnsi 26 Dic 2004

Editoria, Mieli: "La libertà di stampa oggi in Italia non sembra godere buona salute"

Editoria, Mieli:"La libertàdi stampaoggi in Italianon sembra goderebuona salute"

Editoria, Mieli:
"La libertà
di stampa
oggi in Italia
non sembra godere
buona salute"

"La liberta' di stampa non sembra godere oggi in italia di una buona salute". Paolo Mieli, tornato alla guida del "Corriere della Sera", scrive il suo primo editoriale incentrandolo su un tema importante: la liberta' di stampa, sottolineando come il "Corriere" abbia voluto sempre essere "il custode di tale liberta'". Si tratta, insiste Mieli, di "una liberta' di un tipo tutto particolare, essa esiste solo se i giornali, gli organi di informazione in generale, hanno la capacita' e la volonta' di opporsi al potere". Insomma, per il direttore del quotidiano di via Solferino "la liberta' di stampa e' dunque un potere per contrapposizione, per contrasto". Infatti, puntualizza Mieli, "se la stampa e' compiacente, essa finisce molto rapidamente per non contare piu' nulla, per non avere piu' potere. Liberta' di stampa vuol dire dunque, alla fine, solo e sempre liberta' di criticare i poteri. Avendo costantemente presente che e' bene ad ogni critica accoppiare un'idea di costruzione, ad ogni scelta che si giudica sbagliata contrapporre una soluzione alternativa. Pronti, inoltre, a dare atto a colui che corregge i propri errori, della sua buona volonta' e del coraggio che spesso richiede averla". Mieli sottolinea anche che "la difesa della liberta' di stampa significa salvaguardare per le future generazioni il lascito immenso della lettura, da cui dipende tutta intera la trasmisiione del patrimonio culturale della nostra civilta' e la possibilita' che continui ad esistere un valido sistema di istruzione". Il direttore del "Corriere della Sera", inoltre sostiene che "in una democrazia la verita' non e' in linea di principio monopolio di alcuno. Proprio per questo e' necessario che la stampa abbia una costante disponibilita' ad ascoltare ogni voce ed eviti di appiattirsi sullo scontro politico con troppo facili entusiasmi e troppo facili anatemi". (dire)

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