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Fnsi 31 Mag 2004

Editoria: Gigi Moncalvo lascia la direzione del quotidano leghista "La Padania" e va in Rai. Al suo posto Giuseppe Leoni

Editoria: Gigi Moncalvo lascia la direzione del quotidano leghista "La Padania" e va in Rai. Al suo posto Giuseppe Leoni

Editoria: Gigi Moncalvo lascia la direzione del quotidano leghista "La Padania" e va in Rai. Al suo posto Giuseppe Leoni

Gigi Moncalvo lascia la direzione del quotidiano leghista 'la Padania' dopo due anni perche' atteso da ''una grossa chance professionale'' ma, come scrive nel commiato ai lettori, lo fa con ''un rammarico entro il cuore: quello di non poter essere qui il giorno, imminente, in ui avverra' il Grande Ritorno di Umberto Bossi''. Il lungo articolo di congedo di Moncalvo - dal itolo 'Nel nome di Umberto Bossi 'Tutti per uno, uno per tutti'' - e' tutto edicato al leader leghista, ''il vero direttore''. ''E' stato lui a fondare questo quotidiano, a crederci, a impostarlo, a farlo crescere. E' stato lui in questi due anni a restare vicino a chi, come il sottoscritto, doveva svolgere solo il ruolo di 'artigiano' della professione, cioe' occuparsi ogni giorno della realizzazione del prodotto''. E, rilasciando tante interviste, ha dimostrato che ''lo considerava e lo considera un autorevole veicolo del suo pensiero'' e delle ''strategie della Lega''. ''Anche per questo, il giornale ha oggi un peso politico, una immagine, una autorevolezza che mai aveva avuto in passato''. Moncalvo racconta il ''privilegio'' di veder lavorare da vicino Bossi, ''di vedere come nascono in lui le idee, i progetti, i ragionamenti, attraverso quali fasi egli elabora una strategia o un disegno politico''. Racconta di aver imparato, grazie a Bossi, ''tante regole ogni giorno, ma soprattutto 'la regola per vincere' e cioe' mai mollare, tenere duro, il famoso 'mai mula', tegn dur'''. Racconta del coraggio del leader: ''non l'ho mai visto temere qualcosa o qualcuno, nemmeno nelle tremende serate in cui sentivamo tintinnare le manette e c'era chi nell'ombra stava manovrando per 'eliminarlo' politicamente, e per mandarlo in galera (e voi conoscete bene chi vuole combattere gli avversari non con i mezzi della politica ma con la magistratura)''. Scrive di averlo visto ''turbato'' solo un paio di volte: ''di fronte all'ennesimo inciucio che qualcuno cercava di fare per 'disinnescare' o impaludare la sua Riforma Costituzionale, oppure la volta in cui per qualche giorno era alla ricerca di elementi per capire quale fosse il vero disegno di Gianfranco Fini, chi lo ispirasse, quale fosse il punto di arrivo dopo il viaggio in Israele ma soprattutto dopo l'uscita sul voto agli immigrati''. Nel suo commiato, Moncalvo ha anche qualche accenno polemico rivolto all'interno del giornale e della Lega: verso chi lo ha preceduto che ''aveva voluto farmi e fare all'editore un cadeau davvero sgradevole: un'ondata di promozioni non autorizzate e non concordate con la proprieta' allo scopo di sabotare e rendere ancora piu' difficile il mio lavoro''. Risultato: promozioni sospese e inimicizie interne. E poi: ''chi ha mancato di rispetto, chi ha offeso, chi ha attaccato questo giornale dall'interno, anche se sparava contro di me, in realta' non ha toccato me ma il Direttore Politico, facendo dei danni al giornale e alla Lega e rendendo piu' difficile il nostro lavoro e il nostro cammino''. A Gigi Moncalvo subentrera' Giuseppe Leoni, gia' senatore del Carroccio, che, scrive il direttore uscente, ''non ha bisogno di presentazioni ne' credenziali poiche' tutti sapete quanto egli sia importante per la Lega, fin dalle origini''. E, nel chiudere il suo editoriale, Moncalvo da' comunque l'arrivederci a Pontida dove Umberto Bossi ''statene certi fara' una delle sue grandi sorprese''. Lo stesso Moncalvo, in una intervista al Giornale, conferma che martedi' prossimo prendera' servizio in Rai, dove e' stato assunto come capostruttura di Raidue, e indica il ''20-22 mila copie, la domenica'' le vendite della Padania (''al mio arrivo stava a 8 mila''), con la maggior diffusione a Varese, Bergamo, Como e Vicenza. Il direttore uscente del quotidiano leghista afferma anche di aver sentito una volta (''sette giorni fa'') Umberto Bossi dopo l'attacco cardiaco: ''la voce rauca di sempre. Articolava bene le parole. Non siamo stati molto al telefono, perche' erano le 8 di sera e doveva mangiare la minestrina. Pero' sentivo il telegiornale in sottofondo, segno che e' tornato a interessarsi alla politica. La ripresa ha del miracoloso, solo uno come lui poteva superare una botta simile''. (ANSA).

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