Inquietano non poco le voci incontrollate che si rincorrono sulla vicenda di E Polis, l’editoriale di 19 testate provinciali semigratuite, che ha chiuso l’attività il 1 ottobre scorso (ma già non pubblicava più i giornali da fine luglio), a causa di un gravissimo dissesto finanziario. L’ipotesi che tra pochi giorni alcune testate E Polis possono essere di nuovo stampate in alcune città di Italia, senza che prima sia stata fatta chiarezza industriale e siano stati saldati gli stipendi non pagati e gli obblighi previdenziali, non è immaginabile possa realizzarsi senza sanzioni.
Una ripresa dell’attività, anche sotto nuovi castelli societari, senza trasparenza e definizione degli oneri pregressi sarebbe immorale. Peraltro, ancora di più perché la vecchia proprietà che, a tronconi, si sta adoperando per ripartire (cosa lodevole se nel rispetto delle regole) risulta latitante per ogni istanza dei colleghi che attendono tre mesi di stipendio non pagati, ai quali starebbe ora anche negando qualsiasi punto di contatto persino per l’assistenza legale su cause connesse all’attività dell’informazione.
La Fnsi resta vicina ai colleghi in grande difficoltà per la situazione venutasi a creare e garantisce loro ogni forma di solidarietà possibile e di sostegno perché possano perseguire sino in fondo il soddisfacimento dei diritti negati. Oltre che un atto doveroso dell’esercizio dell’attività sindacale questo è anche un avviso per l’affermazione della trasparenza e della legalità che deve presiedere qualsiasi operazione editoriale, affinché si possa parlare di un’offerta di informazione che sia un bene pubblico.