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Il giornalista Michele Manzotti (Foto: @asstampatoscana)
Lutto 29 Apr 2022

È morto Michele Manzotti, giornalista de La Nazione delegato Casagit e consigliere di Odg Toscana

Grande esperto di musica, da anni curava una trasmissione radiofonica su Controradio. «A tutti, d'ora in avanti, mancheranno il sorriso, la pacatezza e la passione per il lavoro che sapeva esprimere», il ricordo di Assostampa e Ordine regionali. Aveva 62 anni.

È morto all'età di 62 anni, per un malore improvviso, il giornalista de La Nazione Michele Manzotti, consigliere dell'Ordine dei giornalisti della Toscana, consigliere nazionale Casagit, grande esperto di musica, la sua seconda passione insieme al giornalismo.

Manzotti si è sentito male mentre assisteva a un concerto a Roma. Lascia la moglie e due figli. Lo ricordano l'Associazione Stampa Toscana e l'Ordine dei giornalisti della Toscana che «affranti si stringono in un grande abbraccio alla sua famiglia – scrivono in una nota che lo ricorda –. Michele Manzotti se n'è andato durante un viaggio a Roma dove stava seguendo un concerto, ossia la sua grande passione, insieme al giornalismo».

Aveva 62 anni e stava per andare in pensione dopo una vita passata in redazione. Si era laureato in lettere e cominciò a insegnare storia della musica e a collaborare con varie riviste. Nel 1995 venne assunto a La Nazione. Era anche direttore responsabile di www.ilpopolodelblues.com, sito che dà il nome anche alla trasmissione radiofonica che da anni curava su Controradio.

La scomparsa di Manzotti «suscita sconcerto e profondo cordoglio fra i colleghi di cui si fanno portavoce Carlo Bartoli, presidente dell'Ordine Nazionale dei giornalisti, Sandro Bennucci, presidente dell'Associazione Stampa Toscana e Giampaolo Marchini, presidente dell'Ordine dei giornalisti della Toscana. A tutti, d'ora in avanti, mancheranno il sorriso, la pacatezza e la  passione per il lavoro che Michele sapeva esprimere».

Michele Manzotti era presidente dell'Agimp (Associazione giornalisti e critici italiani di musica legata ai linguaggi popolari). «Londra - scrive La Nazione - era la sua seconda casa» ma «ancora pochi giorni e a giugno sarebbe andato in Svezia come unico giudice italiano all'European Blues Awards».

Iniziò la sua carriera da professionista al Resto del Carlino a Bologna e nella redazione di Rovigo dopo aver vinto una borsa di studio della Poligrafici Editoriale nel 1988, poi rientrò a Firenze continuando la professione nel quotidiano della città. (Ansa)

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