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Fnsi 25 Mag 2004

Dopo la morte dell'operatore di Al-jazeera, Aidan White, segretario generale dell' Ifj, ha inviato una lettera alle parti coinvolte nel conflitto in Iraq perché sia garantita la sicurezza dei giornalisti: "Ne sono già morti 43"

Dopo la morte dell'operatoredi Al-jazeera, Aidan White, segretario generale dell' Ifj, ha inviato una lettera alle parti coinvolte nel conflitto in Iraq perché sia garantita la sicurezza dei giornalisti: "Ne sono già morti 43"

Dopo la morte dell'operatore
di Al-jazeera, Aidan White, segretario generale dell' Ifj, ha inviato una lettera alle parti coinvolte nel conflitto in Iraq perché sia garantita la sicurezza dei giornalisti: "Ne sono già morti 43"

L’International Federation of Journalists (IFJ) ha invitato tutte le parti coinvolte nel conflitto iracheno ad impegnarsi maggiormente per l’incolumità dei giornalisti, dopo la tragica uccisione di un operatore a Baghdad, durante lo scontro a fuoco tra le truppe statunitensi e la milizia Sciita. Hamid Rashid Wali, tecnico dell’emittente Al-Jazeera, è morto in seguito alle ferite alla testa riportate durante lo scontro a fuoco, a Kerbala, tra le truppe statunitensi e la milizia di Moqtada al-Sadr, divenendo così l’ultima vittima di un ondata di violenza senza precedenti. “Con questa morte il numero degli operatori e giornalisti che hanno perso la vita durante questo conflitto sala a 43”, ha dichiarato Aidan White, segretario generale dell’IFJ. In un’altra parte della città, le truppe Statunitensi hanno arrestato Hussein Karim, cameraman di Al-Arabiya. Karim è stato trattenuto in una zona resa isolata dalle truppe statunitensi, in seguito alla diffusione della notizia di una vettura data alle fiamme. Non è stata fornita alcuna motivazione per il suo arresto. Poco distante, Fran Sevilla, corrispondente della radio spagnola RNE, era stato trattenuto per molte ore all’interno della moschea di Kajaf da un gruppo molto vicino al leader radicale di Moqtada al-Sadr. Sevilla è stato successivamente rilasciato. L’ultimo episodio ha accompagnato le scioccanti rivelazioni della scorsa settimana, secondo le quali tre giornalisti della Reuters, durante la loro detenzione dello scorso Gennaio, sarebbero stati sottoposti a violenze fisiche e sessuali dalle truppe Statunitensi. Il giornalista iracheno della NBC, arrestato insieme ai tre giornalisti, ha anch’esso dichiarato di essere stato percosso e maltrattato. L’IFJ ritiene che l’esercito statunitense non stia prendendo in debita considerazione quanto sostenuto dai giornalisti circa il loro trattamento. “Non ci sono dubbi che la compiacenza e l’arroganza dell’esercito siano aggravati dal fatto che non esiste giustizia in Iraq,” ha proseguito White. “Questo e gli altri undici casi meritano un’investigazione responsabile. Ciò non sarebbe mai stato permesso in un paese democratico e non deve accadere in Iraq.” L’IFJ sta supportando i tre giornalisti della Reuters – Salem Ureici, cameraman a Baghdad; Ahmad Mohammad Hussein al-Badrani, freelance a Falluja, e Sattar Jabar al-Badrani, loro autista- i quali stanno chiedendo che si investighi nuovamente su quanto accaduto. Traduzione di Anja Gepponi per Informazione senza frontiere

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