Nove punti per sostenere il sistema dell'informazione, che nel complesso valgono circa un centinaio di milioni di euro. Sono quelli contenuti nel decreto Rilancio approvato dal consiglio dei Ministri mercoledì 13 maggio. A presentarli è il sottosegretario all'Editoria, Andrea Martella, che in una nota spiega: «Il decreto Rilancio punta a sostenere il Paese in uno dei momenti più difficili che abbia mai conosciuto attraverso una molteplicità di interventi settoriali, uno dei quali dedicato alla filiera della stampa». Un pacchetto di norme volto «ad affrontare le criticità derivanti dall'emergenza, ma anche ad accompagnare il processo di modernizzazione che l'emergenza sanitaria ha fortemente accelerato», precisa Martella che, ancora un volta, ribadisce come in questi mesi il settore dell'editoria sia stato «importantissimo per informare gli italiani svolgendo una funzione essenziale di pubblico servizio».
Dopo le prime misure emergenziali adottate con il decreto Cura Italia, ecco di seguito gli interventi che il governo ha ritenuto opportuno prevedere con l'obiettivo di accompagnare un processo di modernizzazione indispensabile per affrontare le nuove sfide. «L'editoria non è solo un settore economico ma in base al dettato costituzionale dell'articolo 21 è anche cartina tornasole della qualità della democrazia», conclude il sottosegretario Martella.
La spinta agli investimenti pubblicitari
Per arginare la caduta dei ricavi pubblicitari che per molte testate rappresentano la principale fonte di sostentamento, il Dl Cura Italia aveva disposto la trasformazione del credito di imposta per la pubblicità, già vigente per gli investimenti pubblicitari delle imprese aggiuntivi rispetto all'anno precedente, in una misura applicabile agli investimenti complessivi. Con il Dl Rilancio, il beneficio fiscale per le imprese che investono in pubblicità sui giornali e le emittenti radiotelevisive è stato ulteriormente rafforzato, portandolo dal 30 al 50% del valore dell'investimento. Il tetto di spesa è stato pertanto innalzato fino a 60 milioni di euro per l'anno 2020.
Le nuove agevolazioni fiscali per la carta
Il Dl Rilancio ha introdotto due nuovi strumenti di sostegno fiscale connessi all'utilizzo della carta:
- un credito d'imposta, destinato alle imprese editrici di quotidiani e periodici che non accedono ad altre forme di sostegno pubblico, pari all'8% della spesa sostenuta per l'acquisto della carta per i giornali, entro il limite di spesa di 24 milioni per il 2020;
- un nuovo regime di forfettizzazione che, a beneficio dell’intera filiera, abbatte il peso dell'imposizione IVA sui giornali, portando dall'80% al 95% la quota di forfettizzazione delle rese e lasciando così alle imprese maggiori risorse per 13 milioni di euro.
Il credito d'imposta per i servizi digitali
Le testate online hanno svolto e stanno svolgendo un presidio informativo rilevante nell'emergenza sanitaria, che merita di essere riconosciuto. Per accompagnare i processi di trasformazione digitale delle imprese editoriali che l'emergenza sanitaria ha reso indifferibili, il nuovo decreto ha introdotto un credito d'imposta ad hoc per i servizi digitali. Alle imprese editrici di quotidiani e di periodici che occupano almeno un dipendente a tempo indeterminato è riconosciuto un credito d'imposta pari al 30 per cento della spesa sostenuta per l'acquisizione dei servizi di server, hosting e banda larga per le testate edite in formato digitale, con una spesa di 8 milioni per il 2020.
Il sostegno alla rete delle edicole
Il Dl Cura Italia aveva potenziato il credito di imposta per edicole, raddoppiandolo da 2mila a 4mila euro all'anno e portandolo a copertura di spese prima non previste, tra cui quelle per la consegna a domicilio dei giornali. Con la stessa disposizione, il bonus fiscale era stato esteso anche alle imprese distributrici che portano i giornali nei comuni fino a 5mila abitanti, al fine di sostenere congiuntamente la rete di distribuzione e vendita. Con il Dl Rilancio l'intervento sulla rete di vendita è stato ulteriormente rafforzato, prevedendo il riconoscimento agli edicolanti, esercenti di punti vendita esclusivi, di un bonus una tantum di 500 euro per i maggiori oneri correlati allo svolgimento dell'attività durante l'emergenza sanitaria, con una spesa di 7 milioni di euro per il 2020.
I sostegni al reddito per i giornalisti precari
Sul fronte della tutela del reddito, in continuità il Dl Cura Italia, il Dl Rilancio estende per ulteriori due mesi l'indennità da 600 euro, riconosciuta anche ai giornalisti più esposti agli effetti della crisi, cioè ai giornalisti precari e autonomi a basso reddito iscritti all'Inpgi.
La garanzia dei contributi figurativi per i giornalisti in cassa 'Covid'
Per garantire che i giornalisti che accedono alla cassa integrazioni in deroga con causale 'Covid-19' non subiscano penalizzazioni contributive, il Dl Rilancio prevede che la contribuzione figurativa ad essi spettante venga accredita presso l'Inpgi con piena valorizzazione a fini pensionistici.
Più tempo per il riequilibrio Inpgi
Per garantire l'effettivo processo di riequilibrio dell'Inpgi, il Dl Rilancio dispone il differimento dal 30 giugno al 31 dicembre 2020 del termine per il suo completamento. La proroga si rende necessaria per consentire all'apposito tavolo tecnico istituito dal governo di svolgere le attività che l'emergenza sanitaria fino d oggi precluso, assicurando nel frattempo la continuità di funzionamento dell'Istituto.
Le semplificazioni per i pagamenti dei contributi diretti
Sul fronte ordinamentale, con il Dl Rilancio si è ritenuto necessario intervenire per garantire – anche a fronte delle difficoltà amministrative legate all'emergenza – l'ordinato pagamento del primo rateo dei contributi diretti in favore delle imprese editoriali, previsto entro il 31 maggio. A questo fine è stato disposto che la verifica della regolarità previdenziale e fiscale delle imprese beneficiarie avvenga solo al momento del saldo, con ciò consentendo il pagamento del rateo di maggio secondo una procedura semplificata.
Le agenzie di stampa. La proroga dei contratti
Il nuovo decreto interviene anche nel settore dei servizi di informazione primaria. Si prevede infatti la proroga fino al 30 giugno 2021 dei contratti che la Presidenza del Consiglio ha in essere con le agenzie di stampa per i servizi di informazione primaria resi alle amministrazioni centrali. Tale proroga è funzionale alla necessità di verificare la possibilità di superare, attraverso una nuova disciplina legislativa, l'obbligo di gara per la selezione delle agenzie di stampa nazionali che forniscono i servizi di informazione primaria. Il presupposto è che l'informazione venga considerato un bene costituzionalmente protetto e non fungibile, e come tale non assimilabile ad altri beni acquisibili sul mercato.