Gli editori dovranno fornire un'adeguata «formazione» sui temi della sicurezza ma anche «un'adeguata copertura assicurativa» ai giornalisti freelance che lavorano in «aree di guerra o ad alto rischio di conflitto armato». Lo prevede un emendamento alla manovra, contenuto fra i segnalati, a prima firma del capogruppo di FI al Senato Maurizio Gasparri.
Riguarda i «giornalisti iscritti all'Ordine dei giornalisti che esercitano la professione in modo esclusivo e in forma autonoma, indipendente e senza avere rapporti di lavoro subordinato e l'obbligo di polizza ricade sugli editori da cui hanno ricevuto l'incarico».
Il costo dell'assicurazione e della formazione - si legge - è coperto «in via sperimentale, per il 2026, da un contributo a carico dello Stato, concesso su istanza dell'editore interessato da presentare al Dipartimento per l'informazione e l'editoria del Consiglio dei ministri. Ogni editore potrà essere ammesso a un contributo non superiore a 60mila euro per ogni esercizio finanziario».
Il Dipartimento per l'Editoria «assicura la copertura nell'ambito delle risorse del Fondo unico per il pluralismo per un ammontare complessivo, per il 2026, comunque, non superiore a 600mila euro». Sarà un provvedimento del capo dipartimento dell'Editoria a definire le procedure. (Ansa, 21 novembre 2025)