Un allarme per il futuro della stampa libera, minacciata dallo squilibrio in cui i giganti di Internet usano i contenuti degli editori e delle agenzie di stampa per generare entrate pubblicitarie, e un appello ai legislatori europei perché adottino le opportune correzioni: questo il senso della campagna portata avanti dall'Afp che sta riscuotendo di giorno in giorno nuove adesioni tra giornalisti ed editori, in vista del nuovo voto sulla riforma del copyright, in agenda all'Eurocamera il prossimo 12 settembre.
La riforma «è stata ferocemente osteggiata da Facebook e Google», spiegano all'Afp. Ciò che la proposta di direttiva vuole cambiare, sottolineano, «è molto semplice»: i big di internet «da una parte utilizzano, senza pagare, grandi quantità di notizie prodotte a un costo alto e d'altra parte attraggono una quota crescente delle risorse pubblicitarie che in precedenza permettevano ai media di vivere». Con conseguenti tagli delle redazioni e licenziamenti cui si è assistito negli ultimi anni.
La proposta di riforma intende dunque creare le condizioni perché i giganti del web paghino i fornitori di contenuti. In particolare, la richiesta è di non modificare il testo dell'articolo 11 della riforma che tutela il diritto d'autore del materiale giornalistico online: un appello contenuto in un manifesto rivolto ai deputati europei, sottoscritto dalle associazioni di editori e giornalisti Enpa, Emma, Epc, Nme, Ifj e Efj, e, spiegano all'Afp, «firmato dagli ad di numerose agenzie di stampa».
Aumentano intanto anche le sottoscrizioni dei giornalisti europei a un'altra lettera-appello inviata agli europarlamentari dal responsabile dell'ufficio di Baghdad dell'Afp, Sammy Ketz, per chiedere che tutelino il diritto d'autore. Ad oggi sono 79 gli inviati che hanno aderito all'appello. Da ultime dieci firme del quotidiano 'la Repubblica'. (Ansa – Roma, 28 agosto 2018)