“E’ importante che la sede della Fnsi sia al centro di una drammatica problematica come quella dei testimoni di giustizia – ha detto Franco Siddi segretario generale della Fnsi - Su questi italiani che hanno avuto il coraggio di sfidare la mafia e la criminalità organizzata il sistema dell’informazione deve aprirsi di più e dare maggiore spazio. Questo perché i cittadini italiani, e quindi anche i giornalisti del nostro Paese, lo devono a loro ma anche perché questo li può aiutare nei confronti di uno Stato spesso non all’altezza delle aspettative”.
"Grazie al decreto 101 i testimoni di giustizia - ha detto il ministro della Funzione Pubblica, Gianpiero D'Alia - cittadini normali che hanno avuto il coraggio di cambiare la propria vita e di aiutare lo Stato nella lotta alla criminalità, lavoreranno nella pubblica amministrazione". E' un segnale concreto di solidarietà e vicinanza - ha detto -. Ma bisogna ancora migliorare la quantità e la qualità dei servizi a sostegno di chi aiuta lo Stato". Si tratterebbe di circa 90 persone.
Il numero dei testimoni di giustizia che dovranno essere assunti nella P.A. potrebbe salire perché, come ha spiegato il ministro D'Alia nel corso del convegno sui Testimoni di Giustizia, la norma che prevede la loro assunzione, contenuta nel decreto 101 sulla P.A., viene estesa anche a chi è uscito dal programma di protezione. ''Al ministero dell'Interno - ha spiegato D'Alia - stanno predisponendo la bozza del decreto attuativo, quindi dopo le vacanze natalizie, già a gennaio, potremmo avere un testo definitivo''. La norma sulle assunzioni dei testimoni di giustizia sarà estesa, secondo quanto detto da D'Alia, a tutti coloro che dal 1991 si trovano in situazioni simili. ''Ogni posizione - ha però specificato - sarà esaminata con attenzione per evitare abusi. Comunque ci confronteremo con le associazioni''. D'Alia ha voluto sottolineare che il provvedimento è a costo zero. ''La P.A. - ha detto - ha l'obbligo di assumere una quota di personale appartenente a diverse categorie protette e i testimoni di giustizia devono essere considerati una di queste''.
SITO: ASSOCIAZIONE NAZIONALE TESTIMONI DI GIUSTIZIA
MAFIA: BUBBICO, NECESSARIO TUTELARE TESTIMONI DI GIUSTIZIA
RIORGANIZZARE SISTEMA E MIGLIORARE QUALITA' VITA SEGNATA DA PESANTI DISAGI
''Dobbiamo fare un bilancio umano e sociale di questa esperienza. È urgente e necessario risolvere tutte quelle contraddizioni che ci mettono difronte al fatto singolare che lo Stato spende tante risorse per i testimoni, che vivono vicende difficilissime, ma che, nonostante questo impegno, ci sono evidenti e diffusi segni insoddisfazione''. Lo dice all'Adnkronos il viceministro dell'Interno, Filippo Bubbico, che oggi a Roma, presso la sede della Fnsi, ha partecipato a un incontro organizzato dall'Associazione nazionale testimoni di giustizia.
''Per questo motivo -prosegue Bubbico- bisogna riorganizzare il sistema, stabilire regole trasparenti e modalità operative condivise ed efficaci per tutelare la sicurezza dei testimoni e contribuire a migliorare la qualità della loro vita, segnata da pesanti disagi, derivanti dalla loro testimonianza di cittadinanza''. All'incontro, moderato dalla giornalista Sabrina Pisu, hanno partecipato, tra gli altri, Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, don Luigi Ciotti, presidente di Libera, Ignazio Cutrò, presidente dell'Associazione nazionale testimoni di Giustizia; Gianpiero D'Alia, ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione, e Franco Siddi, segretario generale della Fnsi.
L'appuntamento è servito a dare voce ai testimoni di giustizia, circa 90 in Italia, che hanno denunciato le mafie e sono stati costretti a lasciare per sempre la propria terra d'origine per trasferirsi in luoghi segreti, rinunciando alla propria vita. ''Ci sentiamo in pericolo, siamo stati affamati dallo Stato'', hanno denunciato i testimoni di giustizia partecipando all'incontro. (ROMA, 20 DICEMBRE - ADNKRONOS)
PRESSO LA SEDE DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA STAMPA ITALIANA
DIGNITÀ E PIÙ INFORMAZIONE PER I TESTIMONI DI GIUSTIZIA
“LA NOSTRA VITA DISTRUTTA, SIAMO ABBANDONATI DALLO STATO”
“Un incontro per dare finalmente voce ai testimoni di giustizia, cittadini onesti, circa 90 in Italia, che hanno denunciato le mafie e sono stati costretti a lasciare per sempre la propria terra d'origine, a trasferirsi in luoghi segreti, rinunciando alla propria vita. «Ci sentiamo in pericolo, siamo stati affamati da parte dello Stato»: è questa la denuncia dei testimoni di giustizia che parteciperanno in maniera massiccia all'incontro, come mai fino a ora, alcuni accompagnati dai figli e dai familiari.In prima persona racconteranno le loro esemplari storie di coraggio, le denunce con le quali hanno decapitato e assicurato alla giustizia interi e potenti clan criminali. E lanceranno un duplice appello: alle istituzioni perché si adoperino per garantire i loro diritti stabiliti dalla legge e al sistema dell'informazione affinché dia più spazio alle loro storie e battaglie. Il loro dramma si consuma nel silenzio: dopo la denuncia hanno perso tutto e vivono come esiliati e prigionieri in patria, con enormi difficoltà. A partire dalle misure di protezione inadeguate per la loro tutela, sia nella località segreta che in quella di origine, a causa della ridotta disponibilità di mezzi e uomini. Una protezione che è spesso sospesa esponendoli alla vendetta criminale. Racconteranno i loro grandi problemi quotidiani: da quelli connessi al cambio delle generalità a quelli per il reinserimento nel contesto socio-lavorativo. «Siamo trattati come pratiche ma siamo esseri umani»: è il grido di dolore dei testimoni di giustizia che chiederanno, con una sola voce, di avere assicurati per loro e per i propri familiari i diritti basilari sanciti dalla normativa: il diritto alla sicurezza, alla casa, al lavoro, all'assistenza sanitaria e psicologica, all'istruzione per i propri figli. Il diritto a rifarsi una vita normale. L'incontro è un'occasione significativa di confronto con i referenti istituzionali su quello che è stato fatto e su quello che resta da fare. Restituire dignità ai testimoni di giustizia significa incoraggiare altri cittadini a seguirli sulla strada della legalità. Dare attraverso la stampa una voce alle loro storie significa non lasciarli soli, renderli più forti. Così come hanno fatto loro che, con le loro denunce e il loro sacrificio, hanno reso più forte il nostro Paese contro le mafie, a rischio della propria vita. All'incontro, organizzato e moderato dalla collega Sabrina Pisu, partecipano: Sonia Alfano, Presidente al Parlamento Europeo della commissione speciale CRIM sul crimine organizzato; Rosy Bindi, Presidente della Commissione Antimafia; Filippo Bubbico, Viceministro dell'Interno; Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera; Ignazio Cutrò, Presidente dell'Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia; Gianpiero D'Alia, Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione; Giuseppe Lumia, Senatore del Pd e membro della Commissione Parlamentare Antimafia; Franco Siddi, Segretario generale della FNSI. Roma 19 dicembre 2013
Per accreditarsi all'incontro si prega di inviare un'email all'indirizzo: adesioni.incontro@gmail.com
Per informazioni: Ufficio stampa - Valentina Venturi | cell. 3249033388
Per la FNSI: Renzo Santelli - renzo.santelli@fnsi.it