Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha ricevuto da Sergio Zavoli il dossier pubblicato da Ossigeno per l’informazione dal titolo ‘Carcere per diffamazione – Rassegna di querele e altre azioni legali pretestuose contro i giornalisti in Italia’. “In molte occasioni ho ribadito la necessità di compiere decisivi passi in campo legislativo per adeguare il nostro impianto normativo a quello europeo”, ha commentato il presidente Grasso. “È urgente che il parlamento – ha poi detto il presidente del Senato – approvi presto le nuove norme sulla diffamazione”.
Durante la cerimonia del ventaglio, al Senato, Sergio Zavoli
ha consegnato il dossier di Ossigeno sulle condanne al carcere per diffamazione
in Italia al presidente Pietro Grasso. “Di fronte alla mancanza di statistiche
ufficiali – scrive l’Osservatorio – Ossigeno per l’Informazione ha condotto una
ricerca sulle condanne per diffamazione a mezzo stampa che ha avuto modo di
conoscere e ha prodotto un dossier dal quale risulta che da ottobre 2011 a
maggio 2015 i giudici italiani hanno inflitto condanne a pene detentive per
questo reato almeno trenta volte ad altrettanti giornalisti, fotoreporter e
blogger, per complessivi 17 anni di carcere.
L’esecuzione delle condanne è stata sospesa, tranne per Francesco
Gangemi e Alessandro Sallusti, che hanno scontato alcuni giorni in carcere. In
alcuni casi la pena detentiva è stata convertita in multa”.
Il dossier, dal titolo “Carcere
per diffamazione – Rassegna di querele e altre azioni legali pretestuose contro
i giornalisti in Italia”, è stato illustrato da Alberto Spampinato e
Giuseppe F. Mennella, direttore e segretario dell’Osservatorio promosso da FNSI
e Ordine dei Giornalisti, i quali hanno invitato il presidente a farlo
conoscere ai senatori.
I responsabili di Ossigeno hanno sottolineato che le condanne effettive a pene
detentive sono certamente più numerose di quelle elencate nel dossier perché la
ricerca prende in considerazione soltanto una parte del fenomeno, quella che
l’Osservatorio riesce a conoscere e a rendere pubblica attraverso il suo
monitoraggio. Secondo le stime, Ossigeno riesce a illuminare un caso di
intimidazione su dieci, perché nella maggior parte dei casi i giornalisti non
vogliono far sapere di essere stati minacciati o imputati o condannati per
diffamazione.
“La mia posizione sul tema della libertà di stampa e della tutela dei
giornalisti è ampiamente nota e in molte occasioni ho ribadito la necessità di
compiere decisivi passi in campo legislativo per adeguare il nostro impianto
normativo a quello europeo”, ha commentato il presidente Grasso.
“I dati di Ossigeno, ancorché parziali, restituiscono con chiarezza – ha detto
ancora il presidente del Senato – l’urgenza alla quale il parlamento deve
immediatamente rispondere, approvando al più presto il disegno di legge sulla
diffamazione, la cui gestazione è stata finora troppo lunga e complicata. Il
testo è appena tornato in Senato dopo l’approvazione con modifiche della Camera
dei Deputati: essendo così atteso credo che anche questo ‘Godot’ arriverà
presto, ed è giusto che sia così, pur non soddisfacendo in pieno gli standard
della legislazione europea in merito”.