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Fnsi 10 Ott 2003

Ddl Gasparri, il Presidente Siddi: " Lo squilibrio elevato a sistema ". L'Upa critica la Fnsi e promuove il Ministro. La replica di Siddi: "Una strana difesa d'ufficio"

Ddl Gasparri, il Presidente Siddi: " Lo squilibrio elevato a sistema ". L'Upa critica la Fnsi e promuove il Ministro. La replica di Siddi: "Una strana difesa d'ufficio"

Ddl Gasparri, il Presidente Siddi: " Lo squilibrio elevato a sistema ". L'Upa critica la Fnsi e promuove il Ministro. La replica di Siddi: "Una strana difesa d'ufficio"

Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato: “Lo squilibrio viene elevato a sistema. La nuova legge che si profila per il sistema radio televisivo in Italia, il disegno di legge Gasparri — nonostante gli scivoloni parlamentari — tutto sarà fuorché legge di sistema e di garanzie”. Lo afferma Franco Siddi, Presidente della Fnsi, dal sito web delle Acli. “Una legge che guarda solo agli interessi forti del mercato (oggi immersi direttamente nella politica) e non ai principi su cui si basano le libertà fondamentali dei cittadini. Il Ddl Gasparri – continua il Presidente del Sindacato dei giornalisti italiani - diventa un duplicato della legge Mammì e la peggiora. Ieri si dava stabilità al duopolio. Oggi c’è la tripartizione: Mediaset, Rai e Murdoch (quella della tv a pagamento). La Rai è privata d’anima e d’identità, il suo carattere pubblico e di garanzia depresso. La carta stampata è punita da un’eliminazione di fatto dei tetti antitrust e dalla presa d’atto del primato delle concentrazioni delle risorse intorno alle televisioni. E solo chi dispone delle risorse può stabilire chi ha diritto di accesso ai circuiti della comunicazione di massa”. “Il pluralismo non appartiene ai concentratori e non è solo una questione che si risolve all’interno dei partiti. L’opinione pubblica e la società civile debbono trovare il modo di farsi sentire di più, anche se l’impostazione attuale dei mezzi di comunicazione nei loro confronti opera spesso un vero e proprio black out. Non è tempo di rinuncia. Le voci del Paese –conclude Siddi dal sito delle Acli - devono sentirsi dentro e fuori i palazzi e disturbare i manovratori”. «Mi meraviglio che Siddi si scagli contro il Ddl Gasparri, una legge che non fa altro che disegnare le regole di una comunicazione del futuro di cui abbiamo assolutamente bisogno per essere competitivi». Lo sostiene, replicando al presidente della Fnsi, Felice Lioy, direttore generale dell'Upa (Utenti Pubblicità Associati). «Sinceramente, a differenza di quello che sostiene Siddi, non vedo nessun aspetto in cui la Legge Gasparri limiti la libertà dei cittadini - continua Lioy - al contrario la amplia perchè permette a soggetti che prima non potevano entrarvi di accedere al mondo delle telecomunicazioni. Incoraggia e crea le premesse per l'ingresso anche di piccoli operatori grazie alla moltiplicazione dei canali che saranno disponibili con il sistema digitale, e apre ai gruppi editoriali la possibilità di fare televisione. Insomma, è una legge che regola le telecomunicazioni del futuro con criteri molto aperti e legati alle normative europee, favorendo l'inclusione di nuovi operatori». Lioy, infine, contrasta anche la paventata 'tripartizione' dittatoriale che la legge Gasparri permetterebbe, almeno secondo il Presidente della Fnsi: «Quello che distingue il mondo della comunicazione dagli altri settori è l'informazione: è importante che si attenga a dei principi deontologici professionali e finora questo è stato rispettato da Rai, da Mediaset e, devo dire, mi sembra lo stia facendo anche Murdoch. E comunque: che gruppi forti prevalgano su altri è una legge dell'economia di mercato che coinvolge tutti i settori, non solo quello della comunicazione». (ANSA). Per il presidente della Federazione della Federazionae Nazionale della Stampa, Franco Siddi, «è una strana difesa d'ufficio quella del direttore generale dell'Upa (Utenti Pubblicità Associati), Felice Lioy, del disegno di legge Gasparri, da parte di chi dovrebbe essere interessato ad un mercato realmente competitivo e plurale e non al puro consolidamento dell'esistente e dei suoi interessi forti». «Lioy - sottolinea Siddi in una nota - come gli ispiratori diretti e indiretti del disegno di legge, si nasconde dietro un preteso sviluppo tecnologico e parla di un futuro che non c'è e di premesse per uno sviluppo che definire incerto è poco. A meno che, forse, pensa che basti creare spazi per veicolare house organ. Ma senza un vero antitrust che liberi risorse, il nuovo mercato non c'è e i livelli di autonomia, pluralismo e indipendenza dell'informazione, bene non puramente mercificabile, anzichè aumentare diminuirebbero drasticamente. Lo spazio sarebbe solo per soggetti mignon mentre i grandi manovratori di oggi potrebbero solo consolidarsi e condizionare pesantemente tutto il sistema. Se questo vuol dire sviluppo o competitività del mercato - conclude il presidente della Fnsi - vuol dire che la notte è diventata giorno». (ANSA).

@fnsisocial

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