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Fnsi 02 Ott 2003

Ddl Gasparri: cronaca del sit-in davanti a Montecitorio

Ddl Gasparri: cronaca del sit-in davanti a Montecitorio

Ddl Gasparri: cronaca
del sit-in davanti
a Montecitorio

La legge Gasparri torna al Senato e quel piccolo emendamento di Rifondazione Comunista che ha mandato sotto la maggioranza e costringe il Ddl ad un percorso parlamentare a ritroso, galvanizza la folla riunita a Piazza Montecitorio, convocata dal Comitato per la libertà dell'informazione. Sono tanti, oltre 60, le sigle e i movimenti che il "Comitato" riunisce. Ci sono i girotondi, c'è "Articolo 21-liberi di", che promuove in piazza un appello alla Rai perché assicuri la difesa televisiva della manifestazione dei sindacati europei di sabato prossimo, c'è soprattutto la Cgil, le cui bandiere rosse vincono il confronto con quelle dell'Ulivo, che pure sono numerose. L'adesione dei semplici cittadini si limita per il momento a qualche centinaio di persone, a tutti gli organizzatori concordi nel sostenere che la piazza si colmerà più tardi, in concomitanza con la partecipazione dei vertici di tutte le opposizioni, secondo quanto è stato promesso. In piazza, da subito, però, non mancano i leader di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti, che coglie un successo personale salutato con una vera ovazione dalla piazza, e il segretario dei Comunisti italiani Oliviero Diliberto. Altri dei volti noti che si riconoscono tra la folla, tra gli altri Michele Santoro, l'ex presidente della Rai, Roberto Zaccaria, il regista Citto Maselli. Non mancano i leader dei girotondini, Marina Astrologo e Silvia Bonucci e da qualche parte corre voce che ci sia anche Nanni Moretti. Per il momento però, l'amatissimo regista è una "primula rossa". Nessuno dei numerosissimi fotografi lo ha visto. (AGI) Un appuntamento più lontano nel tempo e uno ravvicinatissimo. Il primo davanti a Palazzo Madama, nei giorni in cui tornerà al Senato il ddl Gasparri, l'altro il 2 ottobre nelle strade e nelle piazze d'Italia, per appendere "migliaia di manifesti" di protesta contro la normativa sulle comunicazioni. Si conclude così il sit-in in Piazza Montecitorio, convocato dal comitato "Libertà è informazione", che ha visto l'adesione di decine di sigle di associazioni, sindacati e movimenti ma anche di molte centinaia di semplici cittadini. Intorno alle 19, reduci dalle votazioni parlamentari, hanno preso la parola, tra gli altri, il segretario dei Democratici di sinistra, Piero Fassino, Luciano Violante, Fabio Mussi e Giuseppe Giulietti dei Ds e Paolo Gentiloni della Margherita. Il segretario diessino ha sottolineato tra l'altro che il voto di oggi che ha sconfitto a Montecitorio la maggioranza è la dimostrazione che "anche loro sono consapevoli che questa è una cattiva legge, un'imposizione del presidente del Consiglio". Fassino, che ha sottolineato come "nel paese non ci sia più affatto la maggioranza di centrodestra che c'è in Parlamento", ha promesso battaglia, sul tema dell'informazione e della comunicazione, come su quello delle pensioni e sulla legge finanziaria. Fabio Mussi, che ha giudicato "eccellente" l'idea degli Stati generali dell'informazione perché "sono i cittadini, prima di ogni altro, che si devono sentire oltraggiati dal ddl Gasparri", ha avvertito che "dopo l'approvazione di questa legge non solo non ci sarà più libertà di comunicazioni, ma nemmeno quella di libere elezioni. Non possiamo dire - ha osservato suscitando l'ilarità della piazza - che siamo un paese sudamericano perché i paesi sudamericani potrebbero querelarci per diffamazione". Per Giuseppe Giulietti il voto di Montecitorio che rinvia il ddl Gasparri al Senato è la dimostrazione che "quando si è convinti di qualche cosa e si è uniti non c'è niente che non possa accadere. Questo voto - ha aggiunto - è una cartolina inviata a Silvio Berlusconi da alcuni dei suoi che gli dicono che sta esagerando e che è troppo prepotente". Il parlamentare diessino ha poi auspicato "un grande incontro che metta insieme tutti, da Di Pietro a Rifondazione comunista, dai movimenti ai sindacati, per difendere la libertà e ribadire che la vera casa delle libertà è la nostra e non la loro". Durante la manifestazione, che si è conclusa oltre le 19,30, dopo almeno tre ore di sit-in, è stata lanciata la sottoscrizione di due appelli: uno per la libertà d'informazione e un secondo dell'associazione "Articolo 21" rivolto alla Rai perché siano assicurata le dirette della manifestazione sindacale di sabato a Roma e della marcia della pace da Perugia ad Assisi in programma il 12 ottobre. (AGI)

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