CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Fnsi 10 Dic 2003

Ddl Gasparri, Berlusconi: "La stampa non può fermare il progresso". Serventi Longhi: "Enorme conflitto d'interessi del premier. Non parteciperò alla conferenza di fine anno con il Presidente del Consiglio"

Ddl Gasparri, Berlusconi: "La stampa non può fermare il progresso". Serventi Longhi: "Enorme conflitto d'interessi del premier. Non parteciperò alla conferenza di fine anno con il Presidente del Consiglio"

Ddl Gasparri, Berlusconi: "La stampa non può fermare il progresso". Serventi Longhi: "Enorme conflitto d'interessi del premier. Non parteciperò alla conferenza di fine anno con il Presidente del Consiglio"

''Il conflitto di interesse c'e', ma dall'altra parte... Sulle reti Mediaset il presidente del Consiglio e' dileggiato... Sulle reti Rai potete vedere tutti quali sono i programmi...''. Cosi' il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlando alla presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa, ha difeso la legge Gasparri sull'emittenza, sottolineando come le finalita' positive di questa legge, che consente l'apertura dei mercati a molte aziende, siano state distorte dall'opposizione. Secondo il premier, il tentativo di evitare la diffamazione diventa ''censura'' e ''si grida al regime''. Berlusconi non riesce a capacitarsi delle affermazioni fatte da un esponente di spicco del Centrosinistra, secondo il quale, per quanto riguarda la liberta' di stampa, l'Italia sarebbe al cinquantacinquesimo posto. ''Voi non potete fermare il progresso, il digitale, e cioe' che ci siano piu' canali tv, che e' una cosa che e' negativa anche per Rai e Mediaset''. Silvio Berlusconi, durante la presentazione del libro di Bruno Vespa, pur complimentandosi con la qualita' della informazione stampata, non ha esitato a paragonare chi dal mondo dell'editoria ha criticato il ddl Gasparri a quei produttori di carrozze che, in Inghilterra, chiesero al Parlamento di vietare la produzione di automobili. ''E' - ha detto - come quando i produttori di carrozze, in Inghilterra, chiesero al Parlamento di vietare la produzione di auto e, non riuscendoci, ottennero che le automobili fossero precedute da un 'battitore' che gridava 'fate luogo, fate luogo'. I periodici - ha aggiunto - fanno parte di una stagione dell'informazione, oggi c'e' anche internet... Voi - ha detto rivolto ai suoi intervistatori, Paolo Gambescia e Marcello Sorgi - fate dei bellissimi giornali, ma per una elite. Non so indicarvi io la soluzione, ma quando ci sono prodotti che diventano obsoleti bisogna prendere altre strade''. Poco prima, il premier aveva poi escluso che la legge Gasparri favorisca gli introiti pubblicitari per le tv a scapito della carta stampata. Il limite di raccolta per le tv, ha detto Berlusconi, ''non e' toccato''. E, comunque, quando gli editori aspirano a togliere fette di pubblicita' alle tv (in particolare sui generi alimentari o sui pannolini) ''si illudono'' perche' ''nessuna massaia legge i giornali''. ''Siamo - ha aggiunto - agli ultimi posti come lettori di giornali e, in Europa, all'ultimo posto. Non possono raggiungere gli acquirenti di quei prodotti''. Berlusconi, infine, ha criticato l'uso da parte dei quotidiani di virgolettare sue frasi ''non solo mai pronunciate, ma nemmeno pensate'', o di attribuirgli ad esempio momenti d'ira che invece gli sono assolutamente estranei. ''Non posso neanche correggere queste affermazioni perche' poi scrivono 'Berlusconi ha fatto marcia indietro', passando per un burattino che cambia idea. In Italia - ha concluso rivolto ai suoi interlocutori - c'e' un regime, ma i dittatori siete voi''. (ANSA). Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Non abbiamo più parole. Il Capo del Governo, proprietario di tre reti televisive nazionali e che controlla di fatto il servizio pubblico radiotelevisivo, rivolge un violento attacco alla carta stampata, giudicata obsoleta, antistorica e scorretta. Dichiarazioni, queste di Berlusconi, che rendono ancora più monumentale il suo personale conflitto di interesse. Non è bastato al Presidente del Consiglio sollecitare la vergognosa legge Gasparri che consente ai fortissimi di aumentare indefinitivamente la propria raccolta pubblicitaria. La legge infatti penalizza proprio i quotidiani e i periodici e la loro capacità di stare su un mercato pubblicitario dominato dalle televisioni del Premier. Difendo i giornali, conoscendone i limiti e talvolta gli errori, ma è chiaro che il pluralismo dell’informazione si basa anche sulla capacità di analisi e di approfondimento che la carta stampata consente, spesso più delle televisioni. Ma forse è proprio questa caratteristica che da più fastidio al Presidente del Consiglio. Credo che, per quanto mi riguarda, non ci siano le condizioni per raccogliere l’invito dei colleghi dell’Ordine Nazionale ad essere presente alla conferenza stampa di fine anno del Capo del Governo.

@fnsisocial

Articoli correlati