CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Sindacale 25 Nov 2007

Dal Congresso Fnsi escano ''redazioni coraggiose''

Lunedì prossimo, alla presenza del presidente del Senato Franco Marini, si apre a Bari il XXV Congresso nazionale della Federazione Nazionale della Stampa con all'ordine del giorno il rinnovo dei vertici e il negoziato con la Federazione degli Editori sul contratto di lavoro scaduto ormai da oltre mille giorni. Ed è probabile che stavolta non saranno solo le problematiche sindacali, sia pure scottanti, ad animare il dibattito che si svilupperà fino a venerdì a Castellaneta Marina (Taranto) e che vedrà anche gli interventi dei Ministri Paolo Gentiloni e Cesare Damiano, del sottosegretario con delega all'editoria Ricardo Franco Levi e del Presidente della Camera Fausto Bertinotti.

Lunedì prossimo, alla presenza del presidente del Senato Franco Marini, si apre a Bari il XXV Congresso nazionale della Federazione Nazionale della Stampa con all'ordine del giorno il rinnovo dei vertici e il negoziato con la Federazione degli Editori sul contratto di lavoro scaduto ormai da oltre mille giorni. Ed è probabile che stavolta non saranno solo le problematiche sindacali, sia pure scottanti, ad animare il dibattito che si svilupperà fino a venerdì a Castellaneta Marina (Taranto) e che vedrà anche gli interventi dei Ministri Paolo Gentiloni e Cesare Damiano, del sottosegretario con delega all'editoria Ricardo Franco Levi e del Presidente della Camera Fausto Bertinotti.

Soprattutto agli addetti ai lavori non sono certo una novità le manovre sottobanco di tanti giornalisti con il padrone politico od economico. Ed è indubbio che una progressiva debolezza strutturale della professione, come cercano di ottenere gli editori ''impiegatizzando'' i giornalisti, renda più facile la manipolazione dell'informazione, sempre più determinante tanto per il consenso politico quanto per l'interesse economico. Cosicchè in un ambiente di questo tipo diventa quasi naturale che chi svolge compiti di comunicazione abbia buon gioco, come nel caso Rai-Mediaset, alla ribalta in questi giorni, nel dettare o suggerire modi e tempi della professione. Va da sé che nella giungla dei conflitti d'interessi che soffoca il giornalismo della carta stampata e della radiotelevisione, diventi sempre più strategica la funzione del sindacato. Ma esso deve preoccuparsi non tanto di schierarsi per questa o quella parte politica, come è spesso sembrato in questi ultimi anni, quanto rappresentare con vigore e autorevolezza quei professionisti, e sono la maggioranza, i cui valori sono l'onestà e il rispetto delle notizie. È forse un ruolo più difficile e più politico di quello svolto in passato quando nelle vertenze contrattuali ai contenuti economici sono stati spesso sacrificati gli aspetti normativi e tutto sommato con gli editori c'è sempre stata un'alleanza di fondo per avere le provvidenze dallo Stato. In una società in rapida trasformazione che si interroga da tutte le parti, dai costi della politica alla inadeguatezza della scuola, alla scarsa competitività delle imprese, sarebbe anomalo che un settore così strategico come l'informazione, e in particolare quella televisiva, non si trovasse nell'occhio del ciclone. Il vero scandalo sarebbe che i giornalisti che ne sono l'anima e gli unici a svolgere una funzione di controllo oggettivo su chi gestisce la società, si lasciassero loro stessi gestire. Ma perché quanto emerso in questi giorni sulle intercettazioni telefoniche rivelate da ''La Repubblica'' non continui a ripetersi, più che censurare i colpevoli, è necessario ridare coraggio alle redazioni come succedeva trent'anni fa quando il corpo redazionale era davvero una maggioranza non silenziosa e svolgeva una funzione consapevole di grande attenzione e controllo sul prodotto giornalistico. Poi ''trattare'', fra parti ben distinte, giornalisti ed editori, diventa una naturale conseguenza. (ASCA)

@fnsisocial

Articoli correlati