La procura di Cagliari ha chiesto il rinvio a giudizio per 19 degli indagati per il crac di Epolis, la società editrice dei freepress targati Sardegna, e della controllata Publiepolis che si occupava della raccolta pubblicitaria. Chiusa l'inchiesta, il pm Giangiacomo Pilia ha dunque chiesto il processo per quelli che, secondo l'accusa, sono i responsabili della clamorosa bancarotta che ha inghiottito, in un buco da 130 milioni di euro, i 18 giornali gratuiti e il posto di lavoro di oltre 200 tra giornalisti, grafici e addetti alle inserzioni.
Tra gli indagati per cui è stato chiesto il processo, il fondatore Nicola Grauso, imprenditore sardo ed ex editore del quotidiano locale L'Unione Sarda; Alberto Rigotti originario di Trento presidente e consigliere del cda di Publiepolis e presidente di Epolis (oggi ai domiciliari dopo l'arresto dello scorso 6 giugno), Vincenzo Maria Greco imprenditore di Napoli, dominus di Epolis e vicepresidente del cda di Publiepolis (il cui arresto è stato annullato dal Tribunale del Riesame che ha confermato i gravi indizi ma ritenuto insufficienti le esigenze cautelari) e Sara Cipollini di Legnano (Milano), amministratore delegato di Epolis e consigliere del Cda di Publiepolis. (CAGLIARI, 7 AGOSTO - AGI)