Trarre dalla piena applicazione della direttiva europea a tutela del diritto d'autore risorse per garantire equa retribuzione ai lavoratori dell'informazione. È l'obiettivo che Ifj ed Efj, rispettivamente federazioni internazionale ed europea dei giornalisti, si pongono, d'intesa con i sindacati aderenti tra cui la Federazione nazionale della stampa italiana, nel proseguire il confronto con le istituzioni comunitarie, dopo l'approvazione, il 12 settembre scorso da parte del Parlamento europeo, della nuova normativa sul copyright, attenta in particolare a contrastare l'abuso sulle piattaforme digitali di prodotti del lavoro giornalistico di terzi, senza il riconoscimento di alcuna remunerazione agli autori.
«La normativa europea – aveva sottolineato Raffaele Lorusso, segretario generale Fnsi, subito dopo il voto favorevole dell'aula – riafferma i diritti delle imprese editoriali e del lavoro giornalistico, riconoscendo il principio che chi sfrutta il lavoro intellettuale, ricavandone profitti con la raccolta pubblicitaria e il trattamento dei dati degli utenti della rete, deve pagare delle royalties a chi ha prodotto i contenuti. Viene così sancito il valore del lavoro giornalistico e dell'informazione professionale, essenziali per la tenuta della democrazia. L'informazione di qualità, agli antipodi delle fake news e della spazzatura che circola nella rete, è essenziale per la qualità della democrazia perché serve a creare un’opinione pubblica matura e consapevole».
Dare impulso alla piena attuazione delle normative nei singoli Paesi, attraverso una battaglia coordinata tra i diversi sindacati nazionali, è una priorità che Ifj ed Efj richiamano con vigore perché l'utilizzo del lavoro giornalistico, senza autorizzazione e remunerazione dei lavoratori, da parte di terzi «indebolisce l'industria dei media e crea una seria minaccia per la sopravvivenza del giornalismo indipendente e, dunque, mette a rischio la tenuta democratica» come ricorda una nota pubblicata anche sui siti web delle due federazioni.