CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Sindacale 24 Set 2009

Convegno a Palermo, ''La nostra libertà dipende dalla libertà di stampa''

Si è svolto a Palermo nell'auditorium della Rai il convegno dal tema: ''Intercettazioni, libertà di stampa, diritti costituzionali''. 6 le sigle che hanno organizzato questo importante evento a Palermo che ha fatto da preludio alla manifestazione generale in piazza che si terrà il prossimo 3 ottobre a Roma.

Si è svolto a Palermo nell'auditorium della Rai il convegno dal tema: ''Intercettazioni, libertà di stampa, diritti costituzionali''. 6 le sigle che hanno organizzato questo importante evento a Palermo che ha fatto da preludio alla manifestazione generale in piazza che si terrà il prossimo 3 ottobre a Roma.

Capofila il centro ''Pio La Torre'' con il presidente Vito Lo Monaco e il legale Ettore Barcellona che hanno puntato i loro interventi sul decreto legge Alfano che riguarda proprio le intercettazioni telefoniche. Un migliaio di studenti e insegnanti degli istituti superiori palermitani presenti in delegazione all'interno dell'auditorium della sede siciliana della Rai e ben 8 istituti collegati in videoconferenza . '' La nostra libertà dipende dalla libertà di stampa ed essa non può essere limitata senza che vada perduta'', questa la frase di Thomas Gefferson, citata dal presidente dell'ordine dei giornalisti di Sicilia Franco Nicastro che in apertura al suo intervento ha riportato un passo dell'intervista al direttore di Famiglia Cristiana, Don Antonio Sciortin ''Il livello di democrazia di un Paese - afferma don Sciortino - si può misurare proprio dal tasso di libertà della stampa e dalla vivacità dell'opinione pubblica: ma oggi in Italia i giornali non sono al servizio dei lettori, ma dei potenti di cui invece dovrebbero essere voce critica. Se si arriva a dover fare una manifestazione pubblica - prosegue il sacerdote paolino - per difendere la libertà di stampa, come quella in programma per il 19 spostata al 3 ottobre, allora io credo che qualche problema in questo senso il Paese ce l'ha. Il vizio di fondo - aggiunge - e' quello della concentrazione dei mezzi di comunicazione in poche mani e dalla quasi totale mancanza di editori puri, che rispondono esclusivamente agli interessi dell'informazione''. Uno spunto che ha dato il là ad altri importanti interventi. Nicastro ha lanciato un appello ai giornali e ai giornalisti di mobilitarsi, all'interno delle redazioni, a fare una riflessione critica. Forte il richiamo ai principi della deontologia. ''Non si possono usare i giornali come se fossero dei proiettili'', ha detto il vertice dei giornalisti siciliani. ''Se dovesse passare il decreto Alfano i giornalisti non potranno più stare sulle inchieste giudiziarie. Ci sarà il divieto di pubblicare indagini e intercettazioni e quindi molti colleghi dovranno ricorrere all'autocensura''. Il decreto Alfano prevede multe per gli editori fino a 440.0000 euro e in molti casi anche l'arresto per i giornalisti. ''Bisognerà attrezzare dunque le redazioni con un costante presidio legale'' ha dichiarato Nicastro. A questo punto è lecito chiedersi: che tipo di giornalismo sta nascendo in Italia? Molto apprezzato l'intervento di Giuseppe Giulietti, presidente dell'Associazione art.21, che ha parlato dopo la vibrata testimonianza del procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia. Giulietti si è rivolto agli studenti invitandoli a ricercare autonomamente le fonti di informazione e sviluppare una coscienza critica. Nessuno può decidere sugli altri, da qui il diritto di scegliere. Ha citato poi una ricerca inedita dell'insigne giurista, il professor Giuseppe Tesauro che, a proposito del decreto sulle intercettazioni, parla di ''mobbing preventivo nei confronti dei giornalisti. Molte inchieste verranno ritirate da editori che avranno la paura di prendere multe talmente esose da fare chiudere addirittura la testata giornalistica. La stampa, scrive Tesauro, non potrà più svolgere il suo ruolo di cane da guardia della democrazia''. Per Giulietti, se sarà approvato il decreto Alfano, sarà fatto ricorso alla Corte Europea che già per 4 volte è intervenuta a favore dei giornalisti; il caso più eclatante quello di Mitterand in Francia, in cui le notizie pubblicate sono state riconosciute di rilevanza sociale. E poi ha fatto un appello agli studenti di diventare ''mediattivisti '' utilizzare cioè le nuove tecnologie e non affidarsi solo a coloro che hanno il tesserino giornalisti. Giulietti ha concluso con una proposta operativa: associazione magistrati e FNSI insieme per un evento che evidenzi ruoli e funzioni di controllo. ''Se verrà meno la funzione di giornalisti e magistrati finirà la democrazia nel nostro paese''. Pronta la risposta di Livio Pepino, componente del Consiglio Superiore della magistratura. ''Viviamo in una società controllata, ha detto , tutti i nostri movimenti sono spiati, se andiamo in una strada viene rilevata la nostra targa, così agli incroci e nelle principali arterie cittadine e così ancora quando facciamo bancomat. La privacy delle persone è una cosa seria ha detto Pepino. Il sistema delle intercettazioni è un sistema che viola la privacy senza servire ad alcuno scopo. Serve solo se permette al magistrato di scovare un reato''. I lavori sono stati moderati dal giornalista della Rai Salvatore Cusimano che ha messo in evidenza il lavoro di Alberto Spampinato, direttore di ''Ossigeno'', osservatorio FNSI OdG sui cronisti sotto scorta. Oltre 200 negli ultimi tre anni hanno subito minacce, intimidazioni censure. ''Ci sono molti colleghi giornalisti precari che non hanno riflettori nazionali come Santoro e Travaglio eppure rischiano ogni giorno spesso nel precariato''. Le conclusioni riservate a Franco Siddi, segretario generale della Federazione nazionale della stampa, che ha spiegato le ragioni della protesta e della mobilitazione generale. '' I cittadini devono avere il diritto a sapere e conoscere, quindi esser informati. Ci sono molti colleghi giornalisti che credono ancora nel valore dell'informazione, ha detto Siddi e ad essi dobbiamo delle risposte anche perche, per professione, devono guardarsi dalle insidie. La proposta della FNSI a scendere in piazza il prossimo 3 ottobre, per manifestare il diritto all'eguaglianza e a essere correttamente informati, risponde a una esigenza di assicurare la legalità; ''senza informazione libera il paese non progredisce. L'informazione è il sale della democrazia. In questo momento è necessario irrobustire la nostra professione contro gli attacchi ricevuti da testate prestigiose come Repubblica, l'Unità, Avvenire e Famiglia Cristiana, messi sotto assedio anche con richieste di risarcimenti milionari''. Anche il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, nel richiamare la legge istitutiva che sancisce ''il diritto insopprimibile'' alla libertà di informazione e di critica, è a fianco dei colleghi nella difesa di questo diritto costituzionale e da appuntamento agli iscritti a sabato 3 ottobre in piazza del popolo a Roma. Nella foto da sinistra: Franco Siddi (segretario gen. FNSI), Alberto Spampinato (Dir. Ossigeno), Salvatore Cusimano (Giornalista Rai), Vito Lo Monaco (presidente Centro studi Pio La Torre), Ettore Barcellona (Avv. Centro studi Pio La Torre), Franco Nicastro (Pres. Ordine Giornalisti Sicilia)

@fnsisocial

Articoli correlati