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Giudiziaria 18 Dic 2007

Contributi pubblici alla stampa, indagato l’editore Ciarrapico Fnsi: "Occorre rivedere i criteri di erogazione dei fondi per l'editoria"

Pubblichiamo l’articolo da il Corriere della Sera: ROMA — Ha incassato il doppio dei soldi che avrebbe dovuto avere come contributo pubblico per gli otto giornali locali di cui è l'editore. E questa l'accusa che ha portato al sequestro alla presidenza del Consiglio di due milioni e mezzo di euro che stavano per essere erogati per l'attività delle testate del 2006: il nome dell'imprenditore Giuseppe Ciarrapico è finito sul registro degli indagati per truffa.

Pubblichiamo l’articolo da il Corriere della Sera:
ROMA — Ha incassato il doppio dei soldi che avrebbe dovuto avere come contributo pubblico per gli otto giornali locali di cui è l'editore. E questa l'accusa che ha portato al sequestro alla presidenza del Consiglio di due milioni e mezzo di euro che stavano per essere erogati per l'attività delle testate del 2006: il nome dell'imprenditore Giuseppe Ciarrapico è finito sul registro degli indagati per truffa.

E gli uomini del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza sono sulla tracce di una parte della ventina di milioni elargiti dal dipartimento per l'Editoria di Palazzo Chigi per il periodo 2002-2005 che sono stati trasferiti in una banca del Lussemburgo dall'ex re delle acque minerali e grande mediatore fra Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti nella guerra per il controllo della Mondadori. L'inchiesta è stata avviata dalla magistratura dopo la puntata di «Report», il programma di Raitre condotto da Milena Gabanelli in cui sono stati denunciati numerosi casi di finanziamenti sospetti ai mass media. Nel maggio dello scorso anno sono finite in carcere quattro persone, tra cui l'ex direttore del Giornale d'Italia e all'epoca amministratore unico della società editrice dello stesso quotidiano. Adesso il nuovo filone d'indagine, con i provvedimenti firmati dal procuratore Giovanni Ferrara e dal pm Simona Marazza e le perquisizioni. In tutto una ventina, di cui una alla «Rotocentrosud» che stampa i giornali del gruppo Ciarrapico: sono state passate al setaccio, tra l'altro, le sedi di alcuni dei quotidiani e acquisiti libri contabili e documenti fiscali su cui si sta concentrando il lavoro delle Fiamme Gialle. Un ulteriore rapporto degli investigatori è atteso nei prossimi giorni al palazzo di giustizia. Secondo l'accusa, Ciarrapico avrebbe eluso la legge per l'emanazione dei contributi all'editoria (la 250 del '90) facendo figurare che le due società («Editoriale Ciociaria Oggi» e «Nuova Editoriale Oggi») amministratrici degli otto giornali da lui controllati (Nuova Viterbo Oggi, Ciociaria Oggi, Nuovo Molise, Nuova Rieti Oggi, Fiumicino, Guidonia, Ostia, Castelli Oggi) avevano gestioni separate. In realtà, per gli inquirenti gli intrecci tra le due aziende pilota sono evidenti. E il gip Cecilia Demma nell'ordine di sequestro notificato alla presidenza del Consiglio li elenca minuziosamente. Nel provvedimento di una decina di pagine il giudice spiega i motivi per cui ha deciso di bloccare il denaro destinato all'«Editoriale Ciociaria Oggi» e alla «Nuova Editoriale Oggi». Ma Ciarrapico non è il solo indagato. Di truffa rispondono anche due presunti prestanome ottantenni, ufficialmente responsabili delle società (Umberto Silva e Antonio Sinapi), e il commercialista Leopoldo Pagliari. Per la Procura, inoltre, l'ex re delle acque minerali avrebbe sfruttato la complicità di dipendenti a lui legate per cercare di non incappare nei controlli che poi, in realtà, lo hanno inguaiato: sono accusati di favoreggiamento Paolo Brunori, Stefania Mastrantonio, Cristina Tirabassi, Anna Maria Casella e Daniela Cioni. Flavio Haver La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “Spetta alla magistratura fare indagini e processi, ed il sindacato dei giornalisti non intende anticipare sentenze. Ma l’inchiesta a carico dell’imprenditore Giuseppe Ciarrapico, accusato di aver incassato indebitamente una parte cospicua dei contributi pubblici ricevuti come editore di otto giornali locali, ricorda quanto sia necessario rimettere mano ai criteri di erogazione dei fondi per l’editoria. Va ricordato, a questo punto, come e quanto la Fnsi si sia sempre battuta per la trasparenza e il rispetto dei principi che regolano ancora oggi l’erogazione dei contributi pubblici. Ma troppi sono gli artifici grazie ai quali il denaro della collettività finisce, invece, per prendere direzioni sbagliate. E in un clima di diffusa insofferenza per gli sprechi dell’intervento pubblico, queste storture rischiano di far affondare l’idea stessa di un sostegno all’editoria più debole: le cooperative vere ed i veri giornali di opinione pagano la facilità con la quale possono attingere alle casse dello Stato iniziative editoriali che non rispecchiano regole contrattuali e deontologiche. Ci fa piacere sottolineare che il lavoro dei magistrati sia, in questo caso, la diretta conseguenza di un eccellente lavoro giornalistico come quello realizzato da Milena Gabanelli e dai colleghi di “Report”. Adesso ci aspettiamo, però, che la discussione sulla riforma dell’editoria riparta e che trovi al proprio interno più chiare norme per l’erogazione dei contributi pubblici”.

@fnsisocial

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