«Il contratto collettivo di lavoro giornalistico non va semplicemente difeso, ma sviluppato con azioni fortemente innovative volte a creare nuova occupazione. Non possiamo limitarci alla conservazione dell'esistente: è curioso che ora posizioni di difesa a oltranza del vecchio contratto, arrivino da chi più era stato critico in fase di sigla di quell'accordo».
È la posizione espressa da Mattia Motta, presidente della Commissione lavoro autonomo nazionale (Clan) e componente della Giunta esecutiva della Fnsi, sul tema del rinnovo contrattuale dopo alcune note sul punto diffuse in rete.
«La priorità – prosegue il freelance presidente della Clan – è e resta l'inclusione di quella larga fascia di lavoratori inquadrati con rapporti parasubordinati ma, di fatto, dipendenti. È importante un aggiornamento dei profili contrattuali, per dare risposta a questa esigenza di equità non più rinviabile. La nuova occupazione è necessaria per garantire un welfare di categoria moderno e universale, per sostenere lo sviluppo del sistema previdenziale e la tutela dell'irrinunciabile autonomia dell'Inpgi, per assicurare un futuro alla professione. E per raggiungere questi obiettivi, si deve essere pronti anche a una stagione di conflitto, ricercando la massima unità solidale tra tutti i giornalisti autonomi, dipendenti, pensionati”.
Analisi in linea con quella espressa nei documenti promossi dalla Commissione lavoro autonomo (disponibili qui) in cui si cerca di far emergere come il rilancio del mercato del lavoro sia la pietra angolare su cui costruire il rinnovo contrattuale.
«Oggi più che mai – conclude Motta – abbiamo bisogno di un contratto che avvii un percorso concreto ed esigibile di inclusione dei non-dipendenti mascherati».