''La velocità del sistema ha fatto sì che l'informazione non avesse più la natura per indugiare sotto i nostri occhi, io ricordo i tempi in cui nelle case si parlava di una notizia per settimane, oggi non c'è notizia che possa reggere più di una giornata: questo ha come frutto la coriandolizzazione dell'informazione''.
A questo neologismo, Sergio Zavoli ha affidato il proprio monito ai giornalisti italiani riuniti al XXV congresso della Fnsi a Bari, perché si assumano ''un carico maggiore di responsabilità'' per frenare la corsa verso la frammentazione, la superficialità e l'effimero nel loro lavoro. Per Zavoli, che ha parlato alla cerimonia di apertura del congresso, la velocità dell'informazione ''è un fenomeno che non si può fermare, è ineluttabile''. ''A questa velocità dobbiamo molte cose buone - ha aggiunto - e altre un po' meno e il giornalista deve rispondere a questo sorvegliando il proprio codice deontologico, ponendosi il problema di essere un poco più vigile nel considerare gli aspetti favorevoli o sfavorevoli nel rapporto che col suo mestiere deve avere con il suo Paese''. (ANSA) SERGIO ZAVOLI: “NON È ACCETTABILE CHE SIA ANCORA APERTA LA VERTENZA DEI GIORNALISTI” "Gli editori credo che dovranno convincersi che se vogliono essere parte di questa rifondazione della democrazia del nostro Paese in un senso finalmente plurale devono fare la loro parte". Lo ha affermato il senatore Sergio Zavoli, intervenendo all'inaugurazione del XXV Congresso nazionale Fnsi. Per Zavoli non è più accettabile lasciare aperta la vertenza contrattuale dei giornalisti perché "se il giornalismo viene ben praticato è davvero quello che custodisce il valore" della democrazia e che "lo difende, lo tutela". Secondo Zavoli, oggi "diventa sempre più fragile il confine tra percezione del reale e certezza della realtà. Perciò questo confine va presidiato" anche perché "oggi il pericolo non è più il pericolo ma la mancanza di percezione del pericolo". Un ampio passaggio del discorso di Zavoli, applauditissimo dalla platea, è stato dedicato alla velocità del flusso della comunicazione, veicolata dai mass media in modo tale che "la notizia - ha detto - è sempre più veloce" su di essa "si indugia sempre meno". "Mille giorni senza contratto non sono un record che ci piace", ha detto a sua volta il presidente nazionale della Fnsi, Franco Siddi. "La categoria e il sindacato -ha detto - sono persuasi di aver messo in campo una battaglia giusta che riguarda la dignità del lavoro e dell'informazione, i diritti civili, le buste paga, la condizione del precariato. Abbiamo la convinzione che quella sia la battaglia giusta per lo sviluppo del Paese, nella consapevolezza che i contratti di lavoro" debbano essere espressione fondante del nostro modello di convivenza democratica". (AGI)