La Corte costituzionale ha dato via libera, lunedì 20 gennaio 2025, ai quattro quesiti referendari sul lavoro proposti dalla Cgil. Nel primo si chiede l'abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs act. In particolare, si vuole cancellare le norme sui licenziamenti che consentono alle imprese di non reintegrare una lavoratrice o un lavoratore licenziata/o in modo illegittimo nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015.
Il secondo quesito riguarda la cancellazione del tetto all'indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese. L'obiettivo è innalzare le tutele per chi lavora in aziende con meno di quindici dipendenti eliminando il limite massimo di sei mensilità all'indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato.
Mentre il terzo punta all'eliminazione di alcune norme sull'utilizzo dei contratti a termine, l'ultimo quesito riguarda l'esclusione della responsabilità solidale di committente, appaltante e subappaltante negli infortuni sul lavoro. In particolare, con il referendum si vogliono tagliare le norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all'impresa appaltante.
La Consulta ha dichiarato ammissibile anche il quesito referendario sulla cittadinanza, che punta a dimezzare da 10 a 5 anni i tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario ai fini della presentazione della domanda di concessione della cittadinanza da parte dei maggiorenni. Mentre il più dibattuto, quello che puntava ad abrogare la riforma dell'Autonomia differenziata, non è stato accolto.
Dopo la decisione della Corte, «per quel che riguarda i quesiti sui temi del lavoro e della cittadinanza si aprirà una grande stagione di partecipazione che metterà al centro le persone e le loro libertà sul lavoro e nella vita», ha commentato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, per il quale «bisogna porre fine alla precarietà, alle morti sul lavoro, ai licenziamenti ingiusti, occorre dare cittadinanza a migliaia di italiani».
Per queste ragioni, «la Cgil - ha aggiunto Landini - inviterà tutti i cittadini a votare sì a tutti e cinque i quesiti. Ci auguriamo che al più presto venga definita la data della consultazione referendaria per consentire il giusto svolgimento di una campagna elettorale che dia voce alle diverse posizioni sui quesiti».