Giornalisti dell’ufficio stampa del Consiglio regionale del Lazio ancora in stato di agitazione. Rivendicano l’applicazione da parte dell’ente di alcune sentenze del tribunale del lavoro di Roma e chiedono la nomina di un capo ufficio stampa iscritto all’Ordine dei giornalisti. Come – peraltro – prescrive la legge.
Prosegue lo stato d’agitazione dei giornalisti dell’ufficio
stampa del Consiglio regionale del Lazio, da mesi ormai impegnati per far
valere i propri diritti. Anche oggi, dunque, in occasione della seduta del
Consiglio regionale sarà data un’informazione ridotta all’essenziale sui temi
trattati dall’Aula.
L’assemblea dei giornalisti dell’ufficio stampa del Consiglio regionale del
Lazio aveva aderito lo
scorso 15 dicembre allo stato di agitazione proclamato dalle organizzazioni
sindacali del personale regionale, chiedendo nel contempo l’inserimento nella
piattaforma delle seguenti specifiche rivendicazioni:
- progressione da D1 a D3, in conformità alle
sentenze del Tribunale del lavoro di Roma della causa pilota promossa
dall’Associazione stampa romana;
- rimozione degli effetti del comportamento
antisindacale nei confronti dell’Associazione stampa romana, in merito alla
definizione del nuovo profilo dell’addetto stampa del Consiglio regionale del
Lazio, così come stabilito dalla sentenza del Tribunale del lavoro di Roma del
20 luglio 2015;
- nomina di un capo ufficio stampa iscritto
all’Albo dei giornalisti, in ottemperanza della legge 150/2000 e della legge
sull’ordinamento della professione giornalistica.
Vicenda, quest'ultima, sulla quale la stessa Associazione
stampa romana si era già espressa chiedendo al presidente del Consiglio
regionale, Daniele Leodori, “il rispetto degli impegni presi con il sindacato
dei giornalisti”.