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Fnsi 30 Gen 2004

Consiglio Nazionale sul caso BBC - Governo di Tony Blair: i giornalisti della Fnsi come i colleghi del Sindacato del Regno Unito sono preoccupati per le invasioni di campo della politica nell’informazione. La Federazione Internazionale dei Giornalis

Consiglio Nazionale sul caso BBC - Governo di Tony Blair: i giornalisti della Fnsi come i colleghi del Sindacato del Regno Unito sono preoccupati per le invasioni di campo della politica nell’informazione. La Federazione Internazionale dei Giornalisti interviene a difesa della Bbc

Consiglio Nazionale sul caso BBC - Governo di Tony Blair: i giornalisti della Fnsi come i colleghi del Sindacato del Regno Unito sono preoccupati per le invasioni di campo della politica nell’informazione. La Federazione Internazionale dei Giornalisti interviene a difesa della Bbc

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: Il Consiglio nazionale della FNSI, riunito ieri, 29 gennaio, a Roma, ha approvato, a conclusione dei suoi lavori, i seguenti documenti: “Il Consiglio nazionale della Stampa italiana impegna la Giunta federale a proseguire nel cammino di conoscenza e difesa della libertà informativa dai suoi contesti (pubblicità, marketing, politica, intrattenimento), riprendendo l’iniziativa, anche in vista del rinnovo contrattuale. Di fronte alla complessità delle pressioni sull’autonomia giornalistica da una parte, sulla carta stampata, per sottrarle pubblicità in favore della televisione, e, dall’altra parte, sulla televisione per una domesticazione del dovere critico – occorre recuperare la memoria delle conquiste e costruire una nuova proposta anche attraverso confronti e alleanze. In particolare con le professioni che concorrono a costruire l’offerta di giornali e televisioni, con lettori, telespettatori, consumatori e infine con gli editori.” “Il Consiglio nazionale della Stampa italiana esprime la sua preoccupazione per alcuni risvolti della vicenda che ha opposto la BBC e il suo reporter Andrew Gilligan, riconosciuto colpevole di gravi violazioni deontologiche, al Governo di Tony Blair. Il rapporto Hutton contiene inaccettabili invasioni di campo della politica nell’informazione. In particolare desta grave preoccupazione il punto 455 del documento dove il giudice sostiene che Gilligan ha sbagliato e a non avvisare il ministero della Difesa britannico in anticipo sui contenuti della trasmissione e ha sbagliato a intervistare una fonte non autorizzata, Un’interpretazione della libertà di stampa che i colleghi del Sindacato dei giornalisti del Regno Unito hanno definito “una minaccia al giornalismo indipendente”. In sostanza il rapporto Hutton pretenderebbe che ogni resoconto di giornalismo investigativo sia sottoposto alle fonti ufficiali prima di essere reso pubblico. Un non sense dal punto di vista delle libertà dell’informazione, al di là del merito della sentenza che condanna Gilligan e la BBC. Una fonte ufficiale infatti non avrebbe mai avallato trasmissioni come quella. Un reportage, peraltro, che il Sindacato dei giornalisti britannici ha definito "sostanzialmente corretto”. Purtroppo pretese come quelle di Hutton non sono nuove neanche in Itala dove il potere politico ed economico si fa sempre più aggressivo con l’informazione. Occorre impedire che questi punti discutibili della sentenza del giudice Hutton diventino un pericoloso precedente per tutta l’informazione.” La Federazione Internazionale dei Giornalisti scende in campo in difesa della Bbc e chiede che l'affare Kelly non ''sia utilizzato'' per smantellare le strutture che per anni hanno garantito ''l'indipendenza editoriale'' della British Broadcasting Corporation. In un comunicato diffuso a Londra, l'organizzazione che rappresenta mezzo miliardo di giornalisti in oltre cento paesi, invita il governo Blair a ''moderare l'ostilita' nei confronti della Bbc per la sua copertura indipendente della guerra in Iraq''. ''La Bbc - si legge nel comunicato - ha fatto degli errori, ma c'e' il pericolo che questi attacchi provochino una caccia alle streghe contro le emittenti pubbliche in un momento in cui le televisioni private spingono per la deregulation e lo smembramento degli istituzioni dei media pubblici''. (ANSA).

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