«Ancora tagli. Condé Nast Italia ha dichiarato 26 giornalisti in esubero – più di un terzo del totale in organico – all'interno di una vasta riorganizzazione internazionale, dai contorni indefiniti e senza che un piano editoriale preciso sia stato condiviso con le redazioni». È quanto si legge in un comunicato sindacale dei giornalisti delle testate italiane del gruppo.
«Un'operazione – incalzano – condotta su organici già ridotti all'osso e professionisti che durante lo stato di emergenza hanno dimostrato grande senso di responsabilità verso i lettori e l'azienda. Queste strategie, per noi non condivisibili, mettono a repentaglio testate che, negli anni, hanno saputo raccontare i cambiamenti sociali e civili e le eccellenze italiane. Togliendo voce a chi, attraverso i nostri periodici e siti – Vanity Fair, Vogue Italia, L'Uomo Vogue, GQ, AD, Wired, La Cucina Italiana e Traveller – ha trovato uno spazio per raccontare la sua storia. Per questo i giornalisti Condé Nast, dopo aver appreso le intenzioni dell'azienda nell'assemblea dei giornalisti, hanno immediatamente proclamato una giornata di sciopero, oggi 14 maggio 2021, dichiarato lo stato di agitazione e affidato al Cdr un pacchetto di altri quattro giorni di astensione dal lavoro».
A noi giornalisti della Condé Nast, prosegue il documento, «non sfugge certo la difficile congiuntura in cui si trova il mercato editoriale, aggravata anche dalla pandemia. Tuttavia, di fronte agli incredibili sforzi di tutti, che hanno garantito l'uscita di prodotti editoriali di qualità e lo sviluppo di nuove opportunità di business, la risposta è una riorganizzazione che si concretizza, ancora una volta, in tagli. Una decisione che risulta incomprensibile, alla luce delle dichiarazioni dell'azienda di voler investire sui talenti interni e di voler adottare un atteggiamento socialmente responsabile, attento alle disuguaglianze e all'inclusione».
Aggiungono i giornalisti: «Noi crediamo che esista un'altra via per far tornare i conti e che passi dalla salvaguardia degli attuali organici e dal loro coinvolgimento in progetti che valorizzino la storia di Condé Nast in Italia. Perché, come abbiamo dimostrato, sappiamo fare bene il nostro lavoro, garantendo ai nostri tanti affezionati lettori un'informazione competente e innovativa. Al contrario, oggi si profila la scelta di andare verso testate uniformate a livello internazionale, con spazi sempre più ridotti per i contenuti locali. Un indirizzo che contestiamo, convinti che un buon servizio a chi ci sceglie, in edicola o in rete, sia dare spazio alla sua storia. Per questo – concludono – chiediamo di ritirare gli esuberi, di fare chiarezza sul piano editoriale e, in generale, sul futuro di Condé Nast Italia, e di coinvolgere i giornalisti in processi decisionali che non possono essere calati dall'alto».