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Fnsi 21 Nov 2004

Condannato a morte l’assassino di Maria Grazia Cutuli La mamma: “Siamo contrari alla pena capitale” PM di Roma: “ La giornalista non fu stuprata”

Condannato a morte l’assassino di Maria Grazia Cutuli La mamma: “Siamo contrari alla pena capitale” PM di Roma: “ La giornalista non fu stuprata”

Condannato a morte l’assassino di Maria Grazia Cutuli
La mamma: “Siamo contrari alla pena capitale”
PM di Roma: “ La giornalista non fu stuprata”

Condannato all'impiccagione il giovane afghano incriminato per l'assassinio di Maria Grazia Cutuli. Ha diritto a presentare appello. . - L'inviata del 'Corriere della Sera' fu uccisa insieme a tre colleghi il 19 dicembre 2001 nei pressi di Tangi Abrishum, localita' situata una novantina di chilometri a est di Kabul. L'uomo, il 29enne Reza Khan, ha ricevuto una pena identica per l'omicidio della moglie più quindici anni di carcere per stupro ai danni della giornalista italiana. I quattro reporter, tra cui lo spagnolo Julio Fuentes, l'australiano Harry Burton e l'afghano Azizullah Haidari, caddero in un'imboscata pochi giorni dopo il crollo del regime fondamentalista dei Talebani, mentre stavano cercando di raggiungere la capitale dell'Afghanistan da Jalalabad, al confine con il Pakistan: tutti furono trucidati sul posto. Khan si è dichiarato colpevole dell'uccisione della moglie e ha anche ammesso di aver sparato al solo Azizullah, ma unicamente in quanto gli era stato ordinato di farlo: altrimenti, si è giustificato, sarebbe stato eliminato a sua volta dai complici. Ha inoltre negato di aver assassinato gli altri giornalisti, respingendo inoltre l'accusa di violenza carnale. Gli è stato comunque riconosciuto il diritto a presentare appello, perdendo anche il quale sarà giustiziato mediante impiccagione. (AGI) E' stato condannato all'impiccagione il giovane afghano incriminato per l'assassinio di Maria Grazia Cutuli. L'uomo ha diritto a presentare appello. L'inviata del 'Corriere della Sera' fu uccisa insieme a tre colleghi il 19 dicembre 2001 nei pressi di Tangi Abrishum, località situata una novantina di chilometri a est di Kabul, in Afghanistan. L'uomo, il 29enne Reza Khan, ha ricevuto una pena identica per l'omicidio della moglie più quindici anni di carcere per stupro ai danni della giornalista italiana. I quattro reporter, tra cui lo spagnolo Julio Fuentes, l'australiano Harry Burton e l'afghano Azizullah Haidari, caddero in un'imboscata pochi giorni dopo il crollo del regime fondamentalista dei Talebani, mentre stavano cercando di raggiungere la capitale dell'Afghanistan da Jalalabad, al confine con il Pakistan: tutti furono trucidati sul posto. Khan si è dichiarato colpevole dell'uccisione della moglie e ha anche ammesso di aver sparato al solo Azizullah, ma unicamente in quanto gli era stato ordinato di farlo: altrimenti, si è giustificato, sarebbe stato eliminato a sua volta dai complici. Ha inoltre negato di aver assassinato gli altri giornalisti, respingendo inoltre l'accusa di violenza carnale. "Da cristiani siamo sempre stati contrari alla pena di morte. Non abbiamo mai pensato che chi ha ucciso Maria Grazia, potesse e dovesse essere condannato alla pena capitale. Questo non ci avrebbe ridato nostra figlia". E' il commento di Agata D'Amore, madre di Maria Grazia, la giornalista del Corriere della Sera uccisa il 19 novembre del 2001 in Afghanistan, alla notizia della condanna a morte dell'assassino. "Ci rimettiamo - ha aggiunto - a quello che la giustizia crede di fare, e ai magistrati italiani che vorranno sicuramente intettogarlo". (AGI) Maria Grazia Cutuli non venne stuprata dalla banda di afghani che il 19 dicembre 2001 assalirono l'auto su cui l'inviata del "Corriere della Sera" viaggiava insieme ad altri tre colleghi. I sequestratori, stando a quanto accertato dagli investigatori e dall'autorità giudiziaria romana, assassinarono i giornalisti per rapinarli di tutti i loro averi. In particolare, su Maria Grazia Cutuli la procura di Roma fece effettuare un accurato esame autoptico che escluse categoricamente una ipotesi di violenza carnale. A parlare, autodenunciandosi, di stupro, inizialmente fu lo stesso Reca Khan, l'imputato afghano condannato a morte per l'omicidio di Maria Grazia Cutuli e a 15 anni per la violenza carnale, accusa quest'ultima, successivamente ritrattata dallo stesso imputato. Per l'omicidio dell'inviata del Corriere della Sera la procura di Roma, titolare dell'inchiesta il procuratore aggiunto Italo Ormanni, sta procedendo per i reati di concorso in omicidio volontario e rapina, nei confronti oltre che di Reza Khan, anche contro altri tre afghani, Mohammed Thaer, Miwa Jan e Mar Jan, che avrebbero fatto parte della banda di rapinatori (composta i tutto da 7-8 banditi). Si è inoltre appreso che entro Natale il procuratore Ormanni si recherà a Kabul per interrogare proprio Reza Khan e per svolgere altre attività istruttorie. La rogatoria non è stata effettuata prima per evitare che le due inchieste, quella afghana e quella italiana si sovrapponessero. (AGI)

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