La condanna inflitta dal Gup di Milano al direttore di “Libero”, Maurizio Belpietro, e con lui al giornalista Gianluigi Nuzzi, suscita la reazione della Federazione della stampa che coglie l’occasione per ribadire un concetto espresso in più occasioni e in riferimento a diversi episodi: «Basta carcere per i giornalisti», commentano il segretario Lorusso e il presidente Giulietti. «Auspichiamo che venga al più presto cancellato il carcere per il reato di diffamazione».
«Il carcere per un giornalista riconosciuto colpevole di
diffamazione a mezzo stampa è un’aberrazione. La recente sentenza del Gup di
Milano che ha disposto la libertà controllata per il direttore di “Libero”,
Maurizio Belpietro, condannato in primo grado per calunnia, è in contraddizione
con le direttive delle istituzioni internazionali che considerano il carcere
incompatibile con l’esercizio del diritto di cronaca e con la libertà di
stampa». Così il segretario generale, Raffaele Lorusso, e il presidente della
Fnsi, Giuseppe Giulietti, commentano la notizia della condanna inflitta al
direttore Belpietro e con lui al giornalista Gianluigi Nuzzi.
«Senza entrare nel merito della vicenda che ha portato alla condanna di
Maurizio Belpietro, a Gianluigi Nuzzi e al patron di Esselunga, Bernardo
Caprotti – proseguono Lorusso e Giulietti –, è inaccettabile che venga disposta
la libertà controllata per Belpietro in considerazione di precedenti condanne
per diffamazione a mezzo stampa. È pertanto auspicabile che venga al più presto
cancellato il carcere per il reato di diffamazione, come peraltro previsto
dalla proposta di legge di riforma attualmente in discussione al Senato in
quarta lettura».