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Uffici Stampa 19 Feb 2010

Concorso per l'Ufficio stampa del Consiglio provinciale di Trento: Illustrato il ricorso al Capo dello Stato del Sindacato Giornalisti.

  “L’errore di fondo da parte degli amministratori pubblici nel momento in cui preparano un bando per gli uffici stampa dei loro enti è l’indisponibilità ad un confronto con le organizzazioni rappresentative dei giornalisti, il Sindacato e l’Ordine”:

  “L’errore di fondo da parte degli amministratori pubblici nel momento in cui preparano un bando per gli uffici stampa dei loro enti è l’indisponibilità ad un confronto con le organizzazioni rappresentative dei giornalisti, il Sindacato e l’Ordine”:

 lo ha detto il segretario generale aggiunto della Federazione nazionale della stampa italiana, Giovanni Rossi, intervenendo, oggi a Trento, alla conferenza stampa di presentazione del ricorso al Capo dello Stato con cui il Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige ha impugnato il concorso bandito dal Consiglio provinciale di Trento per la copertura di un posto di giornalista nel proprio ufficio stampa.   Il sindacato, ha spiegato il segretario regionale, Giuseppe Marzano, è intervenuto a sostegno di un giornalista escluso dal concorso perché privo della laurea - titolo non necessario per l’iscrizione all’Albo dei giornalisti - ma anche autonomamente, per rappresentare gli interessi collettivi dei propri associati e per contestare altri profili di illegittimità del bando. Per accedere al concorso, era, infatti, necessario, tra l’altro, aver lavorato per otto anni come dipendente, quattro dei quali con una qualifica minima di vice caposervizio. Nel primo caso, ha osservato Marzano, sono stati discriminati i lavoratori autonomi, che pure esercitano con continuità la professione giornalistica; nel secondo i giornalisti dell’emittenza locale, il cui rapporto di lavoro è regolamentato da un contratto che non prevede le qualifiche indicate dal bando. Si tratta di requisiti, ha concluso il segretario del sindacato, di cui si sarebbe potuto tenere conto per l’assegnazione di un punteggio ai candidati, invece di utilizzarli per limitare a priori la platea dei concorrenti.   Claudio Visani, giornalista della provincia di Bologna escluso dal concorso, ha sottolineato come si stia diffondendo tra gli enti pubblici la consuetudine di prevedere nei bandi per l’assunzione di giornalisti requisiti e modalità (come è il caso dell’offerta al massimo ribasso prevista da un Comune della provincia di Bologna) che nulla hanno a che fare con la definizione della professionalità giornalistica. “Abbiamo chiesto a Regioni, Province e Comuni di avviare un confronto con la Fnsi per stabilire degli indirizzi comuni nella predisposizione dei bandi, così da avere un orientamento unitario e non trovarci con trattamenti differenziati regione per regione o città per città – riferisce ancora Giovanni Rossi, che è anche responsabile del dipartimento uffici stampa della Fnsi - Al nostro appello, finora, ha risposto il silenzio”.

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