Comunicato del Comitato di Redazione di Repubblica contro la mancata informazione da parte dell’editore sulla uscita di Velvet

Cari lettori, da oggi (9 ottobre) trovate in edicola Velvet, il nuovo mensile di mode e tendenze che esce in allegato a Repubblica, ancora una volta «marchio» trainante delle iniziative editoriali del Gruppo Espresso.

Abbiamo dovuto constatare che la redazione non è stata informata dall’editore, nei tempi corretti, sui dettagli contrattuali dell’operazione (numero dei redattori assunti, struttura societaria a cui fa riferimento la testata, etc.), come invece prevede il contratto nazionale di lavoro. Cosa che, purtroppo, non è una novità e che non dovrà più ripetersi in futuro. Questo e solo un esempio di come il nostro editore concepisce le relazioni industriali: a senso unico. Ai giornalisti viene chiesto di «tirare la carretta», di lavorare in straordinario ed in emergenza perenne, di accettare condizioni prolungate di lavoro a tempo determinato, centellinando nei loro confronti anche le normali esigenze lavorative come possono essere, ad esempio, gli strumenti professionali necessari. Una strategia, quella del nostro editore, che si ripercuote fortemente anche all’interno della Federazione degli Editori, di cui il Gruppo Espresso è punta di diamante nell’aver bloccato finora (da quasi due anni) il rinnovo del nostro contratto nazionale. Questa volta, invece che proclamare un giorno di sciopero, vi invitiamo a leggere con attenzione il bilancio del nostro Gruppo: nei primi 9 mesi di quest’anno, l’editoriale L’Espresso ha conseguito un utile netto di 65.6 milioni, stabile (+0,2%) rispetto allo stesso periodo 2005. Il fatturato è aumentato del 3,3% a 814,1 milioni. Per il trimestre in corso, l’azienda stima che «è prevedibile che i ricavi ed i margini siano superiori a quelli dell’esercizio precedente» elo saranno ancora di più il prossimo anno grazie ai ricavi di iniziative come quella di Velvet. Così, mentre l’azienda non ritiene più necessario informare sulle future strategie editoriali i giornalisti, contemporaneamente si fa portabandiera di una strategia che, sotto l’esigenza di contenere i costi, vuole spazzare via le garanzie occupazionali e previdenziali della categoria. E, non per ultimo, la rappresentatività e la concertazione sindacale, cosa che, invece, viene sempre invocata nei confronti delle Istituzioni. E’un metodo e un comportamento che i giornalisti di Repubblica respingono fermamente. E che, se reiterato nel prossimo futuro, avrà risposte durissime da parte dell’intera redazione. (approvato dall’assemblea dei giornalisti di Repubblica)