«Rai, adesso basta. Linguaggio volgare, espressioni fortemente sessiste, e anche razziste nella telecronaca della finale di trampolino femminile sincronizzato ai Mondiali di tuffi, trasmessa su Rai Play2. E il fatto che i due cronisti pensassero di essere a microfono spento è soltanto un'aggravante». Lo si legge in un comunicato congiunto con cui le Commissioni pari opportunità di Fnsi, Odg e Usigrai e Giulia Giornaliste «denunciano le espressioni utilizzate dal telecronista Lorenzo Leonarduzzi e dal commentatore tecnico Massimiliano Mazzucchi, intrise di body shaming e stereotipi contro le tuffatrici olandesi e una atleta azzurra, che costituiscono violazioni al Manifesto di Venezia e all'articolo 5 bis del testo unico deontologico, nonché della Policy di genere della Rai e sono figlie di una cultura maschilista e denigratoria nei confronti dello sport femminile e delle donne».
La nota si chiude con l'annuncio del prossimo passo: «Le Cpo Fnsi Odg Usigrai e Giulia Giornaliste presenteranno esposto al Consiglio di Disciplina dell'ordine di appartenenza di Leonarduzzi, già segnalato per commento razzista durante la gara maschile e, in passato, non nuovo a telecronache intrise di violenza verbale, incapace di contenere il commento tecnico».
Anche l'Esecutivo Usigrai ha commentato la vicenda con una nota: «Prendiamo atto positivamente della scelta della Rai di far rientrare giornalista e commentatore delle gare dei tuffi. L'Usigrai ritiene gravissimo quanto accaduto durante le telecronache di alcune gare dei mondiali di nuoto. L'azione disciplinare annunciata dai vertici Rai serva a individuare anche le responsabilità nell'intera linea di comando, per scongiurare che fatti del genere possano verificarsi ancora».
L'Usigrai prosegue: «E non fa nessuna differenza che la telecronaca non sia andata in onda sul canale, ma sul sito; e che i due commentatori in quel momento credessero di non essere ascoltati. Quando un collega si trova davanti a un microfono della Rai, inviato a un evento internazionale, non può permettersi di proferire le frasi sessiste che in molti hanno ascoltato, nemmeno come battuta».