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Giornalisti 14 Feb 2012

Come coniugare le notizie e la dignità della persona Natale: sensibilità dei giornalisti ancora insufficiente

'Privacy e giornalismo. Libertà di informazione e dignità della persona'. Come coniugare questiconcetti è il problema che si pone Mauro Paissan nel suo libro, presentato oggi a Roma alla sala convegni del Garante della privacy dal presidente della Fieg Giulio Anselmi, dal presidente dell'Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino, da Roberto Natale, presidente Fnsi e da Francesco Pizzetti, Garante per la privacy.''Rispetto agli anni '70 - osserva Paissan- la sensibilità dei giornalisti è maggiore. Allora il rispetto per le persone era inferiore. Oggi però abbiamo varcato la soglia della delicata frontiera di internet, oltre la quale i dati e le informazioni non hanno più confini di spazio e di tempo.

'Privacy e giornalismo. Libertà di informazione e dignità della persona'. Come coniugare questiconcetti è il problema che si pone Mauro Paissan nel suo libro, presentato oggi a Roma alla sala convegni del Garante della privacy dal presidente della Fieg Giulio Anselmi, dal presidente dell'Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino, da Roberto Natale, presidente Fnsi e da Francesco Pizzetti, Garante per la privacy.
''Rispetto agli anni '70 - osserva Paissan- la sensibilità dei giornalisti è maggiore. Allora il rispetto per le persone era inferiore. Oggi però abbiamo varcato la soglia della delicata frontiera di internet, oltre la quale i dati e le informazioni non hanno più confini di spazio e di tempo.

Insomma, in rete il passato non passa mai e facilmente diventa gogna eterna. Il fatto che le notizie in un certo senso non muoiano mai impone ai giornalisti una responsabilità supplementare. Il diritto all'oblio è un tema caldissimo a tre dimensioni: il diritto del singolo, il diritto del cittadino a essere informato, il diritto alla storia''.
Tocca ad Anselmi richiamare i giornalisti al ''rispetto di alcuni criteri base'' trovando ''un punto di equilibrio -difficile- tra la sensibilità (che si costruisce anche attraverso i codici deontologici), il diritto di informare e la privacy delle persone''.
Tanto più che ''il punto di vista del cittadino cambia a seconda del modo di fare informazione. Fare informazione civile -avverte Anselmi- è un bene perché diventa chiaro che l'informazione è un bene comune. E quando ci sono attacchi alla libertà di stampa, se l'informazione è civile, non c'è la tentazione di pensare che siano attacchi di una parte politica''. Insomma, secondo il presidente della Federazione degli editori, bisogna ''saper guardare dal buco della serratura, un certo voyeurismo è lo spirito del giornalismo. Ma il voyeurismo privato, quello no''.
''Sono molto critico sul modo di fare informazione oggi'', aggiunge Iacopino, che senza mezzi termini, denuncia: ''oggi le cinque W un tempo caposaldo del giornalismo sono state sostitute dalle cinque S: sport, spettacolo, sesso, soldi, sangue. E tutto in nome dell'audience''. Tra le ''difficoltà'' dell'Ordine per raggiungere quella informazione ''pacata e responsabile'' auspicata anche dal Capo dello Stato, Iacopino ricorda che ''la legge è del 1963, quando non esistevano computer e tantomeno internet''.
Secondo Natale, ''la sensibilità dei giornalisti è aumentata ma non ancora a livelli di sufficienza'' perché ''con i nuovi mezzi di informazione è aumentata anche la possibilità di 'peccare'''. E poi, ''la precarizzazione del mestiere rischia di abbattere anche i livelli di responsabilità deontologica''. No quindi alla liberalizzazione. Anzi, ''il governo tecnico avrebbe bisogno di capire meglio come funziona l'informazione''. Nella consapevolezza che ''ci sarà sempre spazio per chi ha la responsabilità di filtrare le notizie'''.
Il Garante per la privacy punta il dito sul cosiddetto 'diritto all'oblio'', la possibilità di cancellare informazioni personali dal web. E sottolinea i mille aspetti di un problema ancora tutto da affrontare e risolvere. Intanto ci sono le indicazioni della Ue, che però ciascuno stato deve mettere in pratica. (ROMA, 14 FEBBRAIO - ADNKRONOS)

ANSA/ GIORNALISTI:FIEG-FNSI-ODG,SCONTRO SU DEONTOLOGIA E PRECARI

NATALE,LUSSO PER GARANTITI; ANSELMI,RESPONSABILITA' DEL SINGOLO

Il tema era il rapporto tra liberta' di informazione e tutela della dignita' delle persone, ma e' stato soprattutto il lavoro dei giornalisti precari ad animare il dibattito organizzato in occasione della pubblicazione del volume 'Privacy e giornalismo' dell'Autorita' garante per la protezione dei dati personali, curato da Mauro Paissan. ''La deontologia finisce con l'essere un lusso per i garantiti e il precariato rischia di abbattere i livelli della responsabilita' deontologica - ha attaccato il presidente della Fnsi Roberto Natale - Non capisco poi in che senso il giornalismo abbia bisogno di liberalizzazioni. Il governo Monti deve risolvere i problemi concreti, non quelli immaginari. Serve la legge per l'equo compenso''. ''Le responsabilita' maggiori - ha sostenuto il presidente dell'Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino - sono a carico di chi ha i gradi sulle spalline, che regola l'informazione a spese di chi guadagna due euro a pezzo e viene chiamato a cercare gli aspetti piu' pruriginosi di una notizia. Ricevo valanghe di mail di precari che raccontano di capi che dicono: 'se non trovi una notizia, un particolare in piu', il pezzo non te lo pubblico'''. ''E' frequente nelle redazioni sentir dire 'io non sono pagato per pensare' - ha replicato il presidente della Fieg e dell'ANSA, Giulio Anselmi -. Le responsabilita' dei direttori sono oggettive e assolute, ma cavarsela dicendo che e' responsabile solo chi ha il grado, oppure giustificare un comportamento con il fatto che si e' pagati poco e' facile e ipocrita. E' una delle posizioni che il sindacato ha sostenuto non facendo il bene della categoria. E' vero che ci sono problemi di equita', ci sono nella nostra societa' nel suo complesso e nell'informazione. Io, pero', non ho mai visto graduati (anche se ho lavorato sempre in realta' importanti) imporre cose immorali. Benedetto, poi, il capocronista che chiede notizie, perche' questo mondo e' pieno di giornalisti che pensano che un articolo sia come un temino''. ''C'era una collega dell'ANSA - ha insistito Iacopino - che 'zompettava' accanto a Prodi e veniva pagata 5 euro a lancio e se Prodi non parlava ci rimetteva pure le spese di benzina. Molte volte chi e' ad alto livello questo non lo sa, perche' c'e' una schiera di sottoufficiali compiacenti. Sono certo che se lo sapesse, domani la collega non sarebbe pagata piu' cosi' poco''. ''Io ho sempre saputo quanto guadagnano i colleghi nelle aziende in cui ho lavorato - ha risposto Anselmi - So anche quanto vengono pagati in realta' dove, a differenza dell'ANSA, non c'e' neanche un futuro. Poi, bisogna fare i conti con le compatibilita' economiche e con aspetti piu' generali, come quello dei giovani mandati nelle scuole di giornalismo senza avere concrete possibilita' di inserimento''. ''Esistono troppe forme di autentico caporalato - ha replicato Natale - Al di la' delle polemiche, facciamo un patto Fieg-Fnsi per tagliare fuori questi pirati''. Piu' in generale sul tema della privacy e' intervenuto il presidente dell'Autorita' Garante, Francesco Pizzetti. ''Il Garante - ha spiegato - e' chiamato a far rispettare il codice dei giornalisti. Di qui anche la delicatezza del nostro ruolo, perche' i nostri poteri sono interdittivi e possono apparire vicini alla censura. Dobbiamo decidere ogni volta se tutelare l'interesse generale all'informazione o quello particolare al rispetto della privacy''. Anselmi ha invece affermato che ''la ricerca di un punto di equilibrio e' difficile ed e' rimessa in buona parte alla responsabilita' del singolo. Fare un giornalismo civile e' un bene perche' convince la societa' a difendere l'informazione quando ci sono attentati alla liberta''. (ANSA) 14 febbraio.

 

     CAS

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