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Uffici Stampa 26 Set 2012

Colimoro: sì al rigore ma giù le mani dai giornalisti Rossi: “moralizzazione” non significa disattendere la 150

“Ben venga la politica del rigore – ha detto il presidente di Assostampa Campania - e meglio sarebbe stato se i partiti della Campania si fossero dati una mossa senza aspettare che la vicenda Lazio desse la stura alla necessità di moralizzazione della politica. Ma non è abolendo il lavoro in generale, e in questo caso in particolare quello dei colleghi giornalisti che si risolve la questione morale e il contenimento della spesa.

“Ben venga la politica del rigore – ha detto il presidente di Assostampa Campania - e meglio sarebbe stato se i partiti della Campania si fossero dati una mossa senza aspettare che la vicenda Lazio desse la stura alla necessità di moralizzazione della politica. Ma non è abolendo il lavoro in generale, e in questo caso in particolare quello dei colleghi giornalisti che si risolve la questione morale e il contenimento della spesa.

 I giornalisti nella Regione Campania e in particolare nel Consiglio Regionale della Campania - che nonostante le ripetute sollecitazioni del sindacato dei giornalisti della Campania non ha mai voluto aprire la vertenza informazione (tant'è che il Consiglio regionale della Campania non si è mai dotato a differenza di tutte le altre regioni di una legge di sistema sul comparto comunicazione e informazione) - sono sempre stati sfruttati dalla politica e dalla maggioranza dei suoi esponenti. Il Consiglio regionale della Campania  - ha proseguito Colimoro - applichi la legge 150, stabilizzi e regolarizzi i giornalisti precari che prestano servizio nelle istituzioni, si dia una legge, sottragga alla politica i poteri di nomina, evitando clientele, assicurando così ai cittadini trasparenza. Questo significa moralizzare. Pensare di risolvere il problema eliminando il problema, oltre che senza spessore è atteggiamento che sicuramente non giustifica i costi della politica che i cittadini sostengono affinché gli eletti risolvano i problemi. Pensare di abolire la comunicazione non costituirebbe una soluzione, aprirebbe il fronte delle vertenze sindacato in testa con il rischio di esporre l'Ente a dover pagare costi supplementari sia per compensi sia per contributi. Cosa ancor più grave – ha concluso Colimoro - è che recentemente l'assemblea regionale ha provveduto a riformare la macchina consiliare senza prevedere uffici di comunicazione e informazione, nonostante le segnalazioni dell'Assostampa Campania”.

 

Il segretario generale aggiunto e Coordinatore della Commissione Uffici stampa della Fnsi, Giovanni Rossi, ha dichiarato:

“Bene ha fatto l’Associazione napoletana della stampa a richiamare la Regione Campania a risolvere, finalmente, la questione dell’inquadramento dei suoi giornalisti addetti stampa. La Regione ha il potere di farlo, può legiferare. Apra il confronto con il Sindacato dei giornalisti e si sieda al tavolo sindacale per individuare una soluzione corretta. Questo è un comportamento serio.
Nessuna azione “moralizzatrice” può giustificare il fatto che questo non si faccia.
L’informazione, anche quella istituzionale, è una questione delicata ed un diritto dei cittadini e la Regione non può sottrarsi dal garantirla in modo professionale e corretto nel rispetto della legge 150 del 2000 e dei contratti di lavoro”.

@fnsisocial

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