A fine anno corre il rischio di chiudere l’agenzia Misna, “per anni preziosa fonte di contatti per le aree di crisi più lontane nel mondo”, scrive l’Associazione Stampa Romana nel dare la notizia. “Non spegnere una luce che da quasi 20 anni illumina le periferie geografiche, sociali ed economiche”, chiede la rete di associazioni “Illuminare le periferie del mondo”, che a margine della presentazione – oggi in Fnsi – si dice “pronta a qualunque iniziativa per salvare la voce degli ultimi”.
“Doveva essere il Giubileo della Misericordia. Non lo sarà
per i redattori di Misna. I padri missionari, proprietari dell'agenzia, hanno
deciso di chiudere entro la fine dell'anno”. Così il segretario
dell’Associazione Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo dà la notizia
dell’imminente chiusura dell’agenzia.
“Misna – prosegue Pappagallo - ha in tutti questi anni illuminato le periferie
del mondo e ha costituito preziosa fonte di contatti per le aree di crisi più
lontane nel mondo. La perdita di posti di lavoro in questo caso significa la
fine dei contatti in zone del mondo come Africa e Asia, in cui la democrazia
non attecchisce, non si radica, è solo un miraggio. Avviene tutto questo quando
la spinta di Papa Francesco ad evangelizzare in modo nuovo il mondo sembra aver
svegliato le coscienze. Per salvare Misna Stampa Romana aveva proposto altre
strade, pur nel quadro di un bilancio in rosso, che passava anche dal sacrificio
economico dei colleghi”.
“Il sindacato – conclude la nota di Stampa Romana - chiede oggi un sussulto di
orgoglio ai padri missionari e l'intervento della Cei. Sarà un Natale molto
amaro per i colleghi e le loro famiglie”.
Sulla vicenda interviene anche la neonata rete “Illuminare le periferie del
mondo”, che al termine della presentazione, oggi in Fnsi, ha chiesto di “non
spegnere una voce che arriva dal sud del mondo.
Non spegnere una luce che da quasi 20 anni illumina le periferie geografiche,
sociali ed economiche.
La rete ‘Illuminare le periferie’ è accanto alla redazione di Misna, che il 31
dicembre rischia di chiudere”.
Tutte le associazioni che compongono la nuova realtà “sono pronte a qualunque
iniziativa per salvare la ‘voce degli ultimi’”, scrive la rete.