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Giudiziaria 26 Dic 2007

Chiesto il rinvio a giudizio per Giampaolo Angelucci e Raffaele Fitto per concorso in corruzione e finanziamento illecito ai partiti

Con le accuse di concorso in corruzione e illecito finanziamento ai partiti, la procura presso il tribunale di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per l'imprenditore ed editore romano, Giampaolo Angelucci, di 36 anni, proprietario di un impero economico composto da una miriade di societa' che spaziano dall'editoria alla sanita', e per l'ex governatore della Regione Puglia, Raffaele Fitto (Fi), di 38. Fitto e' anche accusato di falso e peculato

Con le accuse di concorso in corruzione e illecito finanziamento ai partiti, la procura presso il tribunale di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per l'imprenditore ed editore romano, Giampaolo Angelucci, di 36 anni, proprietario di un impero economico composto da una miriade di societa' che spaziano dall'editoria alla sanita', e per l'ex governatore della Regione Puglia, Raffaele Fitto (Fi), di 38. Fitto e' anche accusato di falso e peculato

La vicenda riguarda una presunta tangente di 500.000 euro pagata - secondo l'accusa - da Angelucci al movimento politico creato da Fitto per le regionali dell'aprile 2005, 'La Puglia prima di tutto'. La dazione di danaro fu elargita - sostiene la procura di Bari - per ottenere dalla giunta regionale pugliese, nel 2004, l'aggiudicazione dell'appalto settennale da 198 milioni di euro per la gestione di undici Residenze sanitarie assistite (Rsa) in Puglia. Per questi fatti Angelucci, il 20 giugno 2006, fu posto agli arresti domiciliari per alcuni giorni; per Fitto, essendo frattanto divenuto parlamentare di Forza Italia, la magistratura barese chiese alla Camera dei Deputati l'autorizzazione a procedere all'arresto, richiesta che fu negata dall'Aula di Montecitorio. (ANSA)

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