di Enrico Ferri*
Dal presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Giuseppe Giulietti, una proposta di assemblea comune tra Coalizione Civica per Padova, Mediterranea Saving Humans, Linea d'Ombra e Carta di Roma per dare avvio ad un percorso comune e momenti di approfondimento. Proposta subito accolta dal presidente di Carta di Roma, Valerio Cataldi. Così si è aperta una serata molto partecipata, su piattaforma Zoom e diretta Facebook, promossa dalla Sede pensante di Coalizione Civica per Padova, coordinata da Fabrizio Caberlon.
I racconti di chi ha vissuto in prima persona i salvataggi in mare, e spesso ha visto morire annegati, adulti, donne e bambini, gridando il proprio nome per non essere dimenticati, e di chi ha curato i migranti giunti a Trieste dalla rotta balcanica, stremati e feriti da centinaia di chilometri macinati a piedi, tra pericoli, percosse e anche torture, hanno tenuto incollate allo schermo centinaia di persone.
È stata ricordata la 'Staffetta del digiuno' alla quale hanno aderito centinaia di attivisti della Cgil e dell'Anpi, promossa da una rete di solidarietà – rete Dasi – con i migranti della rotta balcanica. Solidarietà e affetto nei confronti di Aamir Labbas, iraniano, costretto in una sedia a rotelle dopo un doloroso percorso e bloccato in un campo bosniaco. Amir sta facendo lo sciopero della fame per ottenere cure adeguate al suo stato e dignità, cosa impossibile data la situazione del campo di Sedra nel comune di Cazin.
'Chi ha paura della solidarietà?' era il titolo dell'incontro teso a fare chiarezza sulle inchieste giudiziarie contro una parte dell'equipaggio della Mare Jonio e il fondatore dell'associazione linea d'Ombra, inquisiti per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. E proprio Giulietti, tra gli altri, ha detto che «non solo i volontari delle Ong che operano in mare e alle frontiere, ma anche i giornalisti che si occupano di migranti sono presi di mira dalla magistratura». Ma in qualche caso anche da poteri criminali.
C'è un filo – è stato detto – che lega le attività del ministero dell'Interno sotto la guida dell'ex ministro della Lega e ora della Lamorgese: 4 sono state le navi delle Ong bloccate da Salvini e ben 7 dalla ministra in carica oggi. Prima con le inchieste giudiziarie, mai giunte al processo, e spesso archiviate, e ora attraverso il fermo amministrativo (dati Ispi). E ora si torna alla repressione per via giudiziaria. A questo proposito va letto l'approfondimento del giornalista Nello Scavo sulla vicenda Mare Jonio che smentisce fantasiose ricostruzioni di una parte dell'informazione.
E l'Europa? «Non è questa l'Europa che vogliamo», è stato detto. L'Unione oggi è una fortezza dove prevalgono gli Stati nazionali, che espellono i migranti. Oggi più che mai le attività umanitarie e di cura che tendono a interferire, in mare come in terra, rispetto ai piani europei di esternalizzazione e delle frontiere, e di assoluto controllo militare in mare – senza flotte civili in navigazione, scomodi testimoni – sono atti politici determinanti e quindi contrastati a livello istituzionale con tutti i mezzi legali e anche illegali, come nel caso dei respingimenti alle frontiere del Nord-Est.
Oltre al presidente Giulietti, all'incontro sono intervenuti: Gian Andrea FranchiAndrea Franchi, volontario e fondatore con Lorena Fornasir dell'associazione 'Linea d'Ombra' che fa assistenza all'umanità migrante; Alessandro Metz, operatore sociale e armatore della Mare Jonio; don Mattia Ferrari, viceparroco di Nonantola, cappellano di bordo e membro del direttivo di Mediterranea Saving Humans; Clara Mogno Mogno, ricercatrice in filosofia all'Università di Padova, esponente del direttivo di Mediterranea S.H.; Stefano Collizzolli, videomaker, regista insieme con Daniele Gaglianone di 'Dove bisogna stare', prodotto da Zalab; Valerio Cataldi, presidente di Carta di Roma.
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Qui il link alla registrazione del dibattito.
*Giornalista di Articolo21 Veneto, moderatore dell'iniziativa 'Chi ha paura della solidarietà?'