Vignetta sì, vignetta no. Lecito indignarsi e criticare, anche aspramente, ma senza mai mettere in discussione la libertà di parola, che è fondamento di ogni Stato democratico. La pensano così Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi, che, all'indomani della polemica sorta intorno alla (doppia) vignetta del settimanale satirico dedicata al terremoto del 24 agosto scorso, costato la vita a quasi 300 persone, ribadiscono l'importanza di difendere sempre e comunque la libertà di satira.
«Va sottoscritta e condivisa - rilevano i vertici del sindacato dei giornalisti - la critica, pressoché unanime, che in Italia come in Francia, sta accompagnando la vignetta di Charlie Hebdo sul terremoto che ha colpito alcune regioni dell'Italia centrale. Si è trattato di una manifestazione di idiozia irrispettosa del dolore di migliaia di persone. La doverosa e inevitabile presa di distanze non può però mettere in discussione né la libertà di espressione né la libertà di satira».
Oggi come ieri, dunque: "Je suis Charlie". «Perché la libertà di parola è il fondamento della nostra civiltà. E per difenderla da chi sogna di tornare al medioevo - concludono Lorusso e Giulietti - siamo pronti a scendere in piazza come all'indomani della strage di Charlie Hebdo».