Censura giapponese ai mondiali di calcio protesta l'associazione Informazione senza frontiere
Firenze, 31 maggio – Nel giorno dell’apertura dei mondiali di calcio Informazione senza frontiere si associa alla protesta di Reporters san frontières sull’esclusione dei giornalisti indipendenti e dei corrispondenti stranieri dai "kisha club" giapponesi, una sorta di associazioni della stampa ufficiale che, secondo Rsf, "organizzano il sistema mediatico nel paese da più di 50 anni", ma costituiscono un ostacolo al pieno dispiegamento della libertà di stampa in quel paese. Informazione senza frontiere ha inviato al primo ministro giapponese Koizumi Junichiro una lettera in cui appoggia la richiesta del segretario generale di Rsf, Robert Menare, di "utilizzare la sua influenza" per far aprire anche ai giornalisti indipendenti e ai corrispondenti stranieri i kisha clubs. Il primo kisha club, secondo gli specialisti, risale al 1882 e si costituì presso il parlamento giapponese. Ora ce ne sarebbero circa 800 in tutto il paese e conterebbero circa 12.00 giornalisti di 160 testate. In media ogni kisha ckub – che in generale si formano intorno alle istituzioni nazionali e locali e alle imprese – raccoglie una ventina di giornalisti dei principali quotidiani e delle maggiori catene televisive. I club sono chiusi ai giornalisti stranieri e a quelli che non fanno capo ai media più importanti. Una situazione che sta comunque creando forti perplessità anche all’interno delle istituzioni. Il governatore della provincia di Nagano, ad esempio, ha rilevato Rsf, ha annunciato un anno fa che avrebbe abbandonato il "sistema dei kisha club" rifiutandosi di finanziare i tre club della sua provincia. Da allora il centro stampa di quella città è stato aperto a tutti i giornalisti, anche stranieri o indipendenti.