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Editoria 20 Feb 2015

Cdr e rsu, Rcs libri a Mondadori: ennesima svendita solo per far cassa

Dopo la cessione della sede storica del Corriere della Sera di via Solferino e le dolorose chiusure e alienazioni di molte testate della Rizzoli Periodici, ci troveremmo di fronte all'ennesima svendita dettata esclusivamente dalla logica del 'fare cassa'".

Dopo la cessione della sede storica del Corriere della Sera di via Solferino e le dolorose chiusure e alienazioni di molte testate della Rizzoli Periodici, ci troveremmo di fronte all'ennesima svendita dettata esclusivamente dalla logica del 'fare cassa'".

Lo scrivono in un comunicato sindacale i cdr e le rsu di Rcs Media Group, appreso "con estrema preoccupazione della manifestazione d'interesse presentata da Mondadori a Rcs MediaGroup per l'acquisizione del 99,99% di Rcs Libri e dell'intenzione del management guidato dall'amministratore delegato Pietro Scott Jovane di valutare l'offerta".
"Ci parrebbe quantomeno singolare - si legge ancora - che una decisione così delicata e strategica per il futuro dell'azienda venga deliberata da un Cda in scadenza a breve. Serviva un'azione di rilancio. Invece con la cessione di Rcs libri il gruppo verrebbe sfigurato e privato di una parte rilevante della sua identità culturale. Economicamente è un'iniziativa suicida: Rcs Libri è una società in grado di produrre utili".
Tra l'altro, fanno notare i sindacati interni, "l'operazione renderebbe Mondadori il principale editore librario italiano, costituendo un monopolio in un settore così importante per la vita del Paese. Mentre il gruppo Rcs verrebbe ridotto a editore di Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport e poche altre testate storiche. Questa ipotesi non è mai stata illustrata e nemmeno paventata in alcun piano industriale, né nelle relazioni sindacali".
"In questo caso, la crisi dell'editoria non c'entra. C'entrano, casomai, gli errori fatti dal management di Rcs negli ultimi anni, a partire dall'acquisizione del gruppo spagnolo Recoletos" ricordano i sindacati, evidenziando che si è trattato di "un'operazione opaca che si è rivelata una vera 'zavorra' per la società. Da lì si è originato il debito che ancora grava sull'azienda, che ha portato ad una prima tranche di ricapitalizzazione da 400 milioni".
"Una seconda tranche, da 200 milioni, è già stata approvata ed è a disposizione dell'amministratore delegato. Ma piuttosto che ricorrere ai soldi degli azionisti si preferisce mettere sul mercato i 'gioielli di famiglia', tradendo il modo di fare impresa che fece grande il marchio Rizzoli grazie al suo fondatore". "Dipendenti e giornalisti di Rcs Mediagroup non resteranno a guardare, mentre il loro gruppo editoriale viene smantellato" assicurano i sindacati. (MILANO, 20 FEBBRAIO - ADNKRONOS)

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