«La libertà di pensiero è indivisibile, come ogni diritto. In un Paese libero anche la satira deve essere libera e gli elementi di informazione che essa può veicolare non possono essere oggetto di censura o intimidazione. Vale anche per Striscia la Notizia, nei cui confronti l'Agenzia delle entrate pare voler ricorrere all'uso intimidatorio delle querele, dopo una serie di servizi mandati in onda dal telegiornale satirico».
Così la Federazione nazionale della stampa italiana entra nel merito della vicenda che vede coinvolte, da un parte, il programma di Antonio Ricci, dall’altra l’agenzia che si occupa di fisco.
«Incolpare la trasmissione – scrive il sindacato dei giornalisti in una nota – di aver fomentato il risentimento e ispirato atti violenti addirittura in maniera retroattiva è al di fuori di ogni principio di dialettica democratica».
Gli enti pubblici, secondo la Fnsi, «invece di ricorrere alla giustizia, dovrebbero sempre accettare il contraddittorio».