Giornalisti che fanno le spie, costruiscono falsi documenti per colpire questo e quell’altro personaggio invisi al potere. Il giornalismo italiano vive una gravissima questione morale. Le risposte che sono state finora date sono largamente insufficienti come dimostrano le polemiche suscitate dalla mitezza delle sanzioni comminate dal nostro Ordine professionale anche a chi ha ammesso e difeso la propria funzione di spia.
E’ un fatto positivo che la Procura generale della Repubblica, nella persona del sostituto Procuratore generale, dottoressa Maria Antonietta Pezza, abbia deciso di impugnare la sentenza di sospensione dell’Ordine lombardo comminata a Renato Farina proponendone al Consiglio nazionale dello stesso Ordine la radiazione. E’ urgentissimo trovare soluzioni che consentano tempi rapidi e certi di intervento su questioni di tale gravità. “Autonomia e Solidarietà”, componente degli organismi di categoria dei giornalisti italiani, chiede che il Parlamento proceda rapidamente – sentiti gli organismi di categoria – all’approvazione di una riforma complessiva del nostro sistema professionale. La componente esprime solidarietà alle persone colpite dalla attività di “spionaggio” – magistrati, esponenti della politica e delle istituzioni, giornalisti - e sostegno ai tanti colleghi che svolgono con impegno la professione rifiutandosi di divenire strumento di chicchessia.