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Alain Elkann nel 2019 (Foto: ImagoEconomica/Fnsi)
Cdr 28 Lug 2023

Caso Elkann, giornaliste e giornalisti di Repubblica prendono le distanze dall'articolo: «Esterrefatti»

Il pezzo firmato del padre dell'editore ha fatto molto discutere, ma all'indomani della pubblicazione il direttore aveva rifiutato di pubblicare una nota del Cdr. L'assemblea chiede ora «un pieno ripristino delle corrette relazioni sindacali con la direzione del quotidiano».

L'assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica «prende pubblicamente le distanze dai contenuti inopportuni nei toni e nel merito, e che grave danno di reputazione hanno causato alla nostra testata, pubblicati nell'edizione di lunedì (24 luglio 2023, ndr) a firma di Alain Elkann, padre del nostro editore. Già questo particolare rappresenta di per sé una commistione editoriale, ma anche le argomentazioni riportate non rispecchiano in alcun modo le sensibilità di chi questo giornale lo fa uscire tutti i giorni. Lunedì con nostra sorpresa la direzione aveva rifiutato la pubblicazione di una nota del Cdr al riguardo sul quotidiano, seppur dicendo di condividere il nostro stato d'animo». È quanto si legge in un comunicato sindacale pubblicato venerdì 28 luglio 2023 a pagina 23 del quotidiano.

«Insistiamo – proseguono giornaliste e giornalisti – nel voler mettere nero su bianco, questa volta ai sensi dell'articolo 34 del contratto nazionale di lavoro, la nostra piena dissociazione rivolgendoci direttamente alle lettrici e ai lettori di Repubblica, come noi rimasti in grandissima parte esterrefatti da quanto hanno letto. Anche perché il nuovo piano editoriale votato da questa assemblea nei mesi scorsi, frutto del lavoro congiunto tra Cdr e direzione, contempla una linea coerente con i valori fondativi di Repubblica, che qui ricordiamo: "un massimo d'impegno civile" e "un massimo di professionalità e di indipendenza"».

L'assemblea «pretende inoltre un pieno ripristino delle corrette relazioni sindacali con la direzione del quotidiano né è disposta a tollerare nuove mancanze di rispetto nei confronti della propria rappresentanza democraticamente eletta. Più volte negli ultimi mesi la direzione ha avuto atteggiamenti e usato appellativi, all'interno e all'esterno di tavoli sindacali, che irridono il lavoro e le prerogative del Comitato di redazione, il quale è espressione e voce dell'intera redazione».

Dunque, «chiediamo – concludono giornaliste e giornalisti – che la direzione di Repubblica, e di sfondo l'azienda, percorrano una strada che rispecchi il comune sentire della gran parte delle giornaliste e dei giornalisti. E delle lettrici e dei lettori. Ribadiamo quindi che un prodotto collettivo qual è un giornale, per di più con la storia e l'identità di Repubblica, non ha alcun futuro senza l'apporto anche critico di tutta la redazione, e questo non solo per quanto riguarda gli argomenti di natura strettamente sindacale».

@fnsisocial

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