Giornalisti che si mobilitano per altri giornalisti vittime di minacce: diversi colleghi firmano un appello al prefetto di Napoli per chiedere il suo intervento in merito alla vicenda del cronista Nello Trocchia, minacciato lo scorso giugno da un boss della camorra. “Io Sto con Nello Trocchia”, scrivono – tra gli altri – Giovanni Tizian, Manuele Bonaccorsi, Luca Ferrari, Giorgio Mottola, Roberto Saviano, Milena Gabanelli, Riccardo Iacona, Peter Gomez e Lirio Abbate.
“Io sto con Trocchia” è l’appello lanciato dai giornalisti
Giovanni Tizian, Manuele Bonaccorsi, Luca Ferrari e Giorgio Mottola per
chiedere “un intervento del prefetto di Napoli, Gerarda Maria Pantalone, in
merito alla vicenda del cronista Nello Trocchia, minacciato lo scorso giugno da
un boss della camorra”.
Tra i firmatari dell'appello, che chiede inoltre all'Ordine dei giornalisti
nazionale e ragionale un presa d’atto, anche Roberto Saviano, Milena Gabanelli,
Riccardo Iacona, Peter Gomez e Lirio Abbate.
“A quel giornalista gli spacco il cranio”, è la frase pronunciata da un
esponente della criminalità organizzata e intercettato dalle cimici della
Procura di Napoli dopo alcuni articoli pubblicati da Nello Trocchia”.
Al quale, due mesi dopo l’episodio, ancora non è giunta alcuna comunicazione ufficiale
da parte della Prefettura in merito ad eventuali misure da adottare – secondo
la procedura standard – per la tutela della persona esposta a rischio.
Con l’appello i firmatari chiedono, dunque, alla Prefettura di Napoli di
“informare immediatamente il giornalista circa le valutazioni effettuate in
merito alle minacce e di comunicargli il prima possibile quali sono le misure
che intende adottare per tutelare la sua incolumità e la prosecuzione della sua
attività professionale”.
Sulla vicenda sono state presentate anche alcune interrogazioni parlamentari
“che finora – si legge ancora nel testo dell’appello – non hanno ricevuto
alcuna risposta”, mentre di queste ore, purtroppo, è anche la notizia di nuove minacce al
giornalista siciliano Paolo Borrometi, al quale sia l’Unci che
l’Associazione stampa romana hanno espresso solidarietà e vicinanza.