Il presidente della Fieg, Boris Biancheri, ha auspicato una pausa di riflessione nella vertenza del rinnovo del contratto dei giornalisti italiani ed ha detto no ad un accordo tregua
In una dichiarazione a margine di un convegno internazionale in corso stamani al Campidoglio sul futuro dei media, Biancheri ha detto che finora c'è stata una ''lunga stasi'' e adesso ''bisogna riflettere, non possiamo fare delle regole arcaiche''. A suo avviso in questo momento non ha senso fare un accordo sul fatto che non c'è un accordo. Citando anche quando detto al convegno dal presidente della Confindustria Luca di Montezemolo, Biancheri ha detto che occorre un ''tempo di riflessione''. Alla domanda sulla durata dei tempi, e se questi tempi saranno lunghi come i due anni di assenza del contratto nazionale giornalistico, il presidente della Fieg, scherzando ha detto di potersi sbilanciare a dire che ''non ci vorranno due anni''. Il presidente ha ricordato che il 65% dei giornalisti italiani è occupato nel settore della carta stampata e ciò, essendo il settore in grave pericolo, rappresenta un grave problema. Quanto all'ipotesi di arrivare con il Governo a un ''accordo di tregua'', Biancheri si è detto in favore della tregua ma meno dell'accordo: perché se si fa un accordo e si passa al secondo livello contrattuale (gli accordi integrativi all'interno delle aziende), è un accordo sul fatto che non c'è un accordo. L'esortazione è invece - ha sottolineato - ''pensiamoci insieme tutti quanti'' e procediamo appunto a una ''pausa di riflessione''. (ANSA) Il Segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Francamente non riesco a comprendere cosa il Presidente della Fieg intenda quando dice di essere favorevole ad una tregua con il Sindacato dei giornalisti, tregua che però non deve essere formalizzata. Boris Biancheri si dice peraltro dubbioso su un possibile accordo ponte. Chiedo pertanto un immediato incontro di chiarimento con il Presidente Biancheri.”.