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Unione Europea 22 Feb 2012

Bomba caduta su un centro stampa in Siria Uccisi due reporter un francese, un'americana e un blogger locale

Due giornalisti sono morti in un bombardamento a Homs, in Siria. Lo ha riferito l'attivista Omar Shaker. I due sono stati uccisi da una bomba caduta su un centro stampa allestito dai ribelli nel quartiere di Bab Amr, assediato dai lealisti siriani dal 4 febbraio scorso. Si tratterebbe dell'americana Marie Colvin, che lavora per il Sunday Times, e di Remi Ochlik, fotoreporter francese. Altri tre giornalisti stranieri sono rimasti feriti. La scorsa notte era rimasto ucciso Rami al Sayed, citizen journalist, ovvero uno di quei cittadini siriani che, ancora prima dell'arrivo dei reporter inviati dalle testate, avevano raccontato sui social network quando accade nel Paese del Medio oriente.

Due giornalisti sono morti in un bombardamento a Homs, in Siria. Lo ha riferito l'attivista Omar Shaker. I due sono stati uccisi da una bomba caduta su un centro stampa allestito dai ribelli nel quartiere di Bab Amr, assediato dai lealisti siriani dal 4 febbraio scorso. Si tratterebbe dell'americana Marie Colvin, che lavora per il Sunday Times, e di Remi Ochlik, fotoreporter francese. Altri tre giornalisti stranieri sono rimasti feriti. La scorsa notte era rimasto ucciso Rami al Sayed, citizen journalist, ovvero uno di quei cittadini siriani che, ancora prima dell'arrivo dei reporter inviati dalle testate, avevano raccontato sui social network quando accade nel Paese del Medio oriente.

LA NOTIZIA: SIRIA, BOMBE SUI GIORNALISTI, DUE MORTI
La Siria sembra essere diventato il posto più pericoloso per i giornalisti, arrivati nel Paese mediorientale per raccontare il conflitto tra l'esercito regolare e i ribelli. Due reporter occidentali sono stati uccisi in un bombardamento su un centro stampa allestito dai ribelli nel quartiere di Bab Amr, assediato dai lealisti siriani dal 4 febbraio scorso. Si tratta dell'americana Marie Colvin e del fotoreporter francese Remi Ochlik. Bab Amr continua a essere obiettivo del regime: un nuovo bombardamento in serata ha ucciso 60 persone secondo quanto ha riportato al-Jazira citando i Comitati locali di coordinamento della rivoluzioni riportati.
Tornando ai reporter uccisi, entrambi erano celebri corrispondenti di guerra. In Sri Lanka, Marie Colvin fu ferita all'occhio sinistro, da allora coperto con una benda nera.
Ochlik, 28 anni, lavorava per l'agenzia IP3, che aveva contribuito a fondare a Parigi. Proprio ieri alla Cnn, la Colvin aveva detto che il conflitto siriano è uno dei più difficili da coprire proprio per l'entità dei bombardamenti.
Altri tre i reporter feriti, un britannico e altri due francesi, dei quali una in gravi condizioni, Edith Bouvier di Le Figaro ferita gravemente alle gambe. La scorsa notte era rimasto ucciso Rami al Sayed, citizen journalist, ovvero uno di quei cittadini siriani che, ancora prima dell'arrivo dei reporter inviati dalle testate, avevano raccontato sui social network quando accade nel Paese del Medio oriente.
Intanto la notizia della morte dei due reporter ha scatenato polemiche e reazioni politiche. "Il troppo è troppo.
Questo regime se ne deve andare", ha detto il presidente francese, Nicolas Sarkozy. "Non c'è ragione per cui i siriani non debbano avere il diritto di vivere la propria vita e scegliere liberamente il proprio destino", ha aggiunto il titolare dell'Eliseo. Condanna anche dal Dipartimento di Stato Usa che ha parlato di "un ulteriore esempio della brutalità senza vergogna" del regime di Damasco. E anche la Russia ha condannato duramente l'uccisione di due giornalisti, e si è detta "seriamente preoccupata" della situazione. Sono 7.636 i morti dall'inizio della repressione in Siria. È la cifra fornita dall'Osservatorio siriano dei diritti umani, secondo cui le vittime civili sono 5.542 mentre le altre 1.692 sono soldati disertori. (Beirut, 22 febbraio - AGI) SIRIA: HOMS, MUORE VIDEO-BLOGGER MENTRE MANDA IN DIRETTA STRAGE
Nel suo ultimo messaggio premonitorio su Facebook, postato da un altro attivista di Homs, al-Said aveva scritto: "È in corso un genocidio a Bab Amro. Io non ti perdono per il tuo silenzio". "Ci avete date solo parole fino ad ora - si legge ancora - ma noi abbiamo bisogno di azioni. Il nostro cuore sarà sempre con quelli che rischiano la loro vita per la nostra libertà". Esortando poi le persone in tutto il mondo a mobilitarsi ha aggiunto "abbiamo bisogno di campagne ovunque in Siria e all'estero. La gente dovrebbe protestare davanti alle ambasciate siriane in tutto il mondo, perché tra poche ore non ci sarà più nessuno posto chiamato Bab Amro".
"Mi aspetto - ha concluso - che questo sia il mio ultimo messaggio. Nessuno perdonerà chi ha parlato ma non ha agito".
Le prime immagini che al-Said aveva postato a luglio 2011 mostravano i funerali di un giovane ucciso dalle forze di sicurezza siriane. Nel dicembre scorso era presente quando un uomo affrontò con in braccio il cadavere di un bambino, gli osservatori della Lega Araba mentre visitavano Bab Amro. Già a dicembre suo cugino Basil al-Said, anche lui video blogger era stato ucciso dalle forze di sicurezza siriane. (Homs, 22 febbraio - AGI) PER ALTRE NOTIZIE: http://www.ilpost.it/2012/02/22/i-due-giornalisti-uccisi-in-siria/ DAL SITO DELLA IFJ: http://www.ifj.org/en/articles/ifj-condemns-killing-of-two-journalists-in-syria

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