CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Palazzo Legnani Lizzardi, sede del Tribunale di Bologna (Foto: tribunale.bologna.giustizia.it)
Minacce 05 Apr 2024

Bologna, cronista del Resto del Carlino accerchiata e insultata davanti al Tribunale

Una trentina di militanti ha circondato la collega accusandola di aver «raccontato falsità» sulla vicenda delle scuole Besta. Solidarietà alla giornalista da Aser, Cpo Fnsi, Coordinamento dei Comitati di redazione dell'Editoriale Nazionale e Ordine regionale dei giornalisti.

Momenti di tensione a Bologna davanti al Tribunale di Bologna: nel corso del presidio promosso venerdì 5 aprile 2024 da alcuni collettivi e dal comitato Besta in solidarietà a un ragazzo arrestato nella notte, una trentina di militanti ha circondato una giornalista del Resto del Carlino, apostrofandola con insulti e urla di vario tipo, e invitandola ad abbandonare il sit-in. Alla cronista è stato contestato di aver «raccontato falsità» sulla vicenda dell'abbattimento dei primi alberi per consentire la riqualificazione delle scuole Besta e i relativi scontri tra manifestanti e polizia. Il malcontento si è poi scaricato anche sugli altri cronisti presenti, con continui solleciti verbali ad abbandonare il luogo del presidio.

Alla collega esprimono solidarietà l'Associazione Stampa dell'Emilia-Romagna, la Cpo Fnsi, il Coordinamento dei Comitati di redazione dell'Editoriale Nazionale (Qn, Quotidiano.net, il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno), il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti.

«La massima vicinanza e solidarietà alla collega del Resto del Carlino che è stata circondata e ripetutamente insultata da un gruppo di persone nel corso di un presidio davanti al Tribunale, organizzato da Collettivi e Comitato Besta dopo l'arresto di un giovane», scrive l'Aser che, in una nota, «stigmatizza e condanna senza se e senza ma qualsiasi tipo di intimidazioni e minacce rivolte ai giornalisti» evidenziando come siano «sempre più frequenti gli atteggiamenti intolleranti e ostili nei confronti dei colleghi. Purtroppo – incalza il sindacato regionale – c'è chi non tollera che i giornalisti raccontino i fatti nell'interesse dei cittadini, i quali hanno il pieno diritto, costituzionalmente garantito, di essere informati di quanto accade. Episodi come quello avvenuto davanti al Tribunale fanno comprendere quanto sia importante la presenza di una stampa libera e indipendente: uno stato democratico non può accettare che chi fa la 'voce grossa'. politico o manifestante che sia, possa ambire a condizionare il lavoro dei giornalisti».

Sulla vicenda interviene anche la Commissione Pari Opportunità della Fnsi che, assieme a Giulia Giornaliste, Cpo Usigrai e Cpo Odg, esprime «piena solidarietà e totale vicinanza alla collega del Resto del Carlino messa in difficoltà, accerchiata e attaccata con insulti sessisti, mentre stava svolgendo il proprio lavoro». Le Cpo e Giulia, «da sempre attente alle condizioni del lavoro femminile», in questa circostanza esprimono anche «preoccupazione per gli episodi di 'insofferenza' verso l'attività dei giornalisti e delle giornaliste e ricordano che il diritto di informare ed essere informati è iscritto nella nostra Costituzione».

Il Coordinamento dei Comitati di redazione dell'Editoriale Nazionale (Qn, Quotidiano.net, il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno), nell'esprime vicinanza alla collega Chiara Caravelli, bolla l'accaduto come «un comportamento da condannare e che auspichiamo che sia condannato anche dalle istituzioni e dalla politica, perché tutto questo dimostra come la libertà di stampa continui ad essere sotto attacco da personaggi che quando si trovano in branco si sentono legittimati a commettere qualsiasi azione». Come Cdr, concludono i rappresentanti sindacali, «siamo pronti ad affiancare la collega in ogni sede perché chi fa il proprio lavoro per raccontare i fatti e offrire informazione di qualità ai cittadini va sempre difeso».

Alla giornalista vanno poi «la solidarietà e vicinanza» del Consiglio dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna che «condanna con forza qualsiasi tipo di intimidazioni e minacce rivolte ai giornalisti. La libera stampa – si legge in una nota – è sempre più nel mirino semplicemente perché fa il proprio lavoro, che è quello di raccontare fatti e non quello di scrivere cose gradite a qualcuno. Situazioni come quella che si è verificata davanti al Tribunale di Bologna fanno sempre più apprezzare l'importanza della stampa libera e indipendente per la buona  informazione all'opinione pubblica».

@fnsisocial

Articoli correlati