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La giornalista di Belsat Katerina Andreyeva (Foto: eesc.europa.eu)
Internazionale 13 Lug 2022

Bielorussia, giornalista condannata a 8 anni di carcere per tradimento. Efj: «Una parodia di giustizia»

La reporter della tv Belsat Katerina Andreyeva sta già  scontando due anni di reclusione per aver filmato le proteste del 2020. Doveva tornare in libertà  a settembre. «Accuse inventate», tuona il sindacato europeo, che chiede al governo di Minsk di «smetterla di molestare gli operatore dei media».

Mercoledì 13 luglio 2022 il tribunale di Homel, in Bielorussia, ha condannato a otto anni di reclusione la giornalista della tv Belsat Katerina Andreyeva per accuse di "tradimento nei confronti dello Stato". «Una parodia della giustizia», denuncia la Federazione europea dei giornalisti, che chiede alle autorità bielorusse di «smetterla di molestare gli operatori dei media e di rilasciare tutti i giornalisti incarcerati per via del loro lavoro».

La reporter, arrestata a novembre 2020, era stata condannata nel febbraio 2021 a due anni di reclusione assieme a una collega per aver filmato le proteste di piazza contro Aleksandr Lukashenko. Sarebbe dovuta tornare in libertà a settembre.

«Il dittatore bielorusso e i suoi scagnozzi sono arrivati al punto di perseguire una giornalista già ingiustamente incarcerata con nuove accuse inventate», commenta la presidente della Efj, Maja Sever. «Queste molestie giudiziarie – prosegue – e l'intensificarsi della repressione nei confronti dei giornalisti dimostrano la vera natura del regime dittatoriale in Bielorussia».

Per il presidente dell'Associazione bielorussa dei giornalisti (Baj), Andrei Bastunets, «questa è una delle condanne più crudeli contro un giornalista in Bielorussia, una punizione per il coraggio che la collega ha dimostrato. Chiediamo – dice – l'annullamento della decisione del tribunale e la revisione del processo».

La Efj chiede inoltre all'Unione Europea, al Consiglio d'Europa e all'Osce di «aumentare la pressione diplomatica sulla leadership bielorussa e di intensificare le sanzioni contro gli autori della repressione in atto in Bielorussia», dove, secondo Baj, 31 giornalisti e operatori dei media sono attualmente dietro le sbarre solo per aver svolto il proprio lavoro.

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