Federazione europea (Efj) e Federazione internazionali dei giornalisti (Ifj) «condannano le iniziative delle autorità di Mosca volte a chiudere l'Unione dei giornalisti e dei lavoratori dei media russi (Jmwu)» ed esortano le istituzioni a ritirare l'azione legale in corso contro il sindacato e a porre fine alla repressione dei giornalisti e dei media indipendenti in Russia.
«Il 5 luglio 2022 - spiegano in una nota congiunta - un tribunale di Mosca ha notificato all'Unione la causa intentata dalla procura per chiudere il sindacato. In attesa della sentenza, il 4 luglio il tribunale ha ordinato la sospensione delle attività dell'associazione. L'udienza preliminare è fissata per il 13 luglio. Lo scorso 13 maggio, intanto, il sindacato era stato informato della decisione della procura che l'11 maggio aveva ordinato un'indagine sull'associazione di categoria. Il viceprocuratore di Mosca, Sergei Savenkov, ha chiesto numerosi documenti, comprese le mozioni delle assemblee della Jmwu, i verbali delle riunioni del Comitato esecutivo, i dettagli di manifestazioni, seminari, tavole rotonde, corsi di formazione e presentazioni, informazioni complete sulle pubblicazioni sui media e su Internet, testi di discorsi radiofonici e televisivi dei rappresentanti dell'organizzazione, il tutto entro il 16 maggio».
Nella lettera di risposta, il copresidente di Jmwu Igor Yasin, in considerazione della grande mole di documenti richiesti, aveva chiesto un «tempo ragionevole» per soddisfare l'istanza. E nei giorni seguenti il sindacato ha più volte consegnato documenti alla procura.
«Il 26 maggio - prosegue la ricostruzione dei fatti - i rappresentanti sindacali sono stati convocati dal capo della procura incaricato di sovrintendere all'attuazione delle leggi sulla sicurezza federale, le relazioni interetniche e la lotta all'estremismo e al terrorismo, Dmitry Stupkin, per "dare spiegazioni" sulle loro attività. La copresidente, Sofia Rusova, è stata interrogata il 27 maggio da due pubblici ministeri. Le domande riguardavano sia le attività del sindacato, l'esistenza delle sedi regionali e il loro numero, il bilancio e il pagamento delle quote associative, sia la sfera privata e le attività di Rusova. Particolare attenzione è stata dedicata al sito web di Jmwu. Nessuna domanda specifica è stata posta sulle pubblicazioni contro la guerra».
Il 16 giugno è scaduto il termine ufficiale dell'indagine giudiziaria, ma l'associazione non è stata informata dei risultati. Il 5 luglio il tribunale ha inviato due documenti all'Unione: la decisione a favore della richiesta del pubblico ministero di sciogliere il sindacato e una decisione del 4 luglio sull'introduzione di misure preventive contro il sindacato sotto forma di una sospensione delle attività.
Secondo gli atti del tribunale, è stato avviato un procedimento amministrativo contro Jmwu "in relazione alla pubblicazione sul sito web ufficiale dell'organizzazione di false informazioni sull'operazione militare speciale per proteggere le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk, intese a screditare l'uso delle forze armate russe per proteggere gli interessi della Federazione Russa e dei suoi cittadini e mantenere la pace e la sicurezza internazionale". La legge prevede sanzioni fino a 200.000 rubli (3.100 euro) per i dirigenti dell'organizzazione e fino a mezzo milione di rubli (7.700 euro) per l'organizzazione stessa.
Per la Corte, inoltre, "le attività del sindacato comportano una violazione dei diritti umani e civili e delle libertà e danneggiano l'ordine pubblico, la pubblica sicurezza, la società e lo Stato". Ai rappresentanti della Jmwu non è stato permesso vedere i fascicoli del tribunale.
Per la presidente della Ifj, Dominique Pradalié, «questo processo, iniquo e arbitrario, che porta a prendere decisioni senza conferire al sindacato il diritto effettivo di presentare documenti e contestare qualsiasi cosiddetta prova, è una farsa. È solo un ulteriore, pericoloso passo verso la chiusura di tutte le voci che non si limitano a ripetere le dichiarazioni del governo. Continueremo a fornire supporto pratico a tutti i giornalisti russi che lavorano per difendere la verità da chi vorrebbe mettere a tacere le voci indipendenti».
E Maja Sever, presidente della Efj, commenta: «Il procedimento legale avviato per chiudere il sindacato indipendente russo Jmwu ha tutta l'apparenza di un processo politico su base totalmente arbitraria. Condanniamo fermamente questa politica di liquidazione diffusa di tutte le organizzazioni della società civile in Russia e in particolare di quelle organizzazioni che difendono il diritto dei cittadini russi alla libertà di espressione e il loro diritto ad accedere a una informazione indipendente».